L’evoluzione non è buona. Le ultime due scosse, l’ultima di questa mattina ( magnitudo 4.7) hanno riempito di macerie le vie di accesso al paese e adesso c’è un’unica strada per raggiungere Amatrice, lunga circa 50 chilometri. Al momento nella zona rossa sono presenti i vigili del fuoco della squadra Usar Lombardia, Urban Search And Rescue. Sono i pompieri specializzati nelle attività di soccorso in luoghi dove vi sono crolli, eventi sismici, macerie. Di loro fa parte il magentino Lucio Sansotera, presente sul posto insieme al suo fidato cane Mur. L’animale è rimasto ferito sotto le macerie l’altro giorno.
Una zampa che sanguinava ha messo in apprensione il conduttore. Perché è un legame unico quello che lega il vigile del fuoco con il suo cane. Entrambi si addestrano per salvare la gente. Uno si deve fidare dell’altro. Il veterinario gli ha dato otto punti di sutura, ma Mur è forte e ha reagito bene. Oggi è già tornato operativo. “Stiamo lavorando col movimento terra e non sappiamo ancora per quanto ne avremo – ci dice Lucio – Nessuno può arrivare su posto perché è troppo pericoloso. C’erano tre vie di accesso, ora due sono bloccate”. Sembra il racconto da una zona di guerra e forse è anche peggio.
Le tante manifestazioni di solidarietà di gente che vuole partire dalla nostra zona per raggiungere i paesi terremotati sono lodevoli. Ma, in questo momento come spiegano dal posto, rischierebbero soltanto di essere un ulteriore problema. Un migliaio sono i vigili del fuoco impegnati nelle operazioni di ricerca. Lucio è vigile del fuoco da quando era ragazzo. Ha cominciato con i pompieri volontari di Corbetta continuando fino all’Usar. Oggi è l’unico del magentino che si trova ad Amatrice.
“Non sappiamo ancora per quanto tempo proseguiremo con questa attività – ha detto Lucio – di certo almeno una settimana. Ci siamo noi dell’Usar e le unità cinofile della Guardia di Finanza”. Hanno estratto 19 corpi, fino ad oggi. C’è poi il contatto con la popolazione stremata. Fisicamente e psicologicamente. Tra di loro c’è chi non vuole, giustamente, lasciare la propria abitazione o quel che ne rimane. I lavori continuano, giorno e notte. Per quante ore, non si sa: “Dipende da quando ci danno il cambio – continua Lucio – quando Mur è rimasto infortunato io ho continuato l’attività nel coordinamento. Oggi pomeriggio si riposa e dopo riprenderemo”.