ALTOMILANESE – Questo schizzo topografico della pieve di Dairago risale all’ultimo quarto del Cinquecento ed è conservato nell’Archivio della Curia Arcivescovile di Milano. Fu disegnato circa cinquecento anni fa per permettere agli arcivescovi di Milano di visitare il nostro territorio. L’orientamento della carta è con l’Est in alto, in seguito tale orientamento sarà soppiantato dal Nord, in vigore tuttora. In questa carta le distanze sono indicate in miglia (1785 metri).
Il Navilio circonscrive metà della carta in basso e viene scavalcato da alcuni ponti in legno (saranno ricostruiti in pietra successivamente – le date tra parentesi): il ponte di casteno (1766), il ponte di turbigo (1605), il ponte de la paragnana (1595) e il ponte di cugiono (1575). Oltre a questi è segnato anche il ponte di induno che non fu più ricostruito in pietra, ma recentemente è stato realizzato ancora in legno lamellare (2010).
La parte interessante riguarda le chiese che non corrispondono esattamente a quelle riportate dal Liber Notitiae Sanctorum Mediolani della fine del XIII secolo. Nel Liber non compare né Robecchetto né Malvaglio. Protagonista del territorio in quel periodo – di circa mille anni fa – era Padregnano con tre chiese (S. Ilario, S. Nicolao, S. Vittore) e Induno con una chiesa (S. Andrea). Poi la storia è cambiata.
Invece, nella carta del 1568, qui pubblicata, compaiono sia la parrocchiale di Robecchetto sia quella di Malvaglio, oltre a San Vittore. A Induno la chiesa di Sant’Andrea non c’è più, mentre in basso è stata registrata la presenza della cascina Della Croce (indicata con il simbolo), cascina Gallarata e il mulino.
Per quanto riguarda Turbigo – nello schizzo qui pubblicato – ci sono le stesse chiese che erano state registrate nel Liber del XIII secolo: Santa Maria e San Damiano. In più si documenta l’esistenza della ‘Betola’, del ‘malio’, del ‘molino’(del Pericolo, ndr), della ‘casina’ (probabilmente la cascina Santa Maria, ndr).