Quest’anno Turbigo è in festa!
In occasione dell’80° anniversario dalla consacrazione della chiesa parrocchiale e della festa patronale, che coincide con la seconda domenica di settembre, la comunità si è data da fare per proporre un ricco insieme di eventi.
Uno dei più particolari è la serata intitolata: “Alfredo Ildefonso Schuster, tra Benedetto e Ambrogio”, organizzata dalla commissione cultura della Comunità Pastorale Santa Maria in Binda (Turbigo, Nosate, Robecchetto e Malvaglio).
Chi è Alfredo Ildefonso Schuster?
“Uomo di preghiera, di studio e d’azione, di non altro sollecito che della salvezza spirituale del suo popolo”
(Mons. Giovanni Battista Montini nel discorso tenuto in occasione dell’ingresso nell’Arcidiocesi di Milano)
Monaco benedettino, nasce a Roma il 18 gennaio 1880, ordinato sacerdote nel 1904, divenuto arcivescovo di Milano il 26 giugno 1929 e cardinale il 15 luglio 1929, grazie a papa Pio XI.
Pastore che governò la diocesi, seguendo l’esempio di San Carlo Borromeo, in tempi difficili per Milano e per l’Italia intera. Morì il 30 agosto 1954 a Venegono Inferiore e fu elevato agli onori degli altari il 12 maggio 1996, dal Santo Giovanni Paolo II.
Si è deciso di inserire nei festeggiamenti una serata su questo grande uomo perchè è lui che, nel 1936, arrivò a Turbigo e celebrò i riti di dedicazione della chiesa Beata Vergine Assunta.
Evento che si preannuncia interessante anche per i relatori che interverranno; don PierLuigi Albricci, oggi parroco della Comunità Pastorale Santa Maria in Binda e residente a Turbigo, monsignor Ennio Apeciti, rettore del Pontificio Seminario Lombardo a Roma e responsabile del Servizio per le Cause dei Santi dell’Arcidiocesi di Milano, e Paolo Mira, architetto, giornalista e cultore di storia turbighese.
Un’occasione, il 12 settembre alle ore 21:00 nella chiesa parrocchiale Beata Vergine Assunta, che invita tutti ad approfondire le proprie conoscenze circa la missione e le opere di un uomo, vescovo di Milano e beato, che fece della sua vita uno strumento per la santità; tanto che il 30 agosto 1954 si congedò dai suoi seminaristi con queste parole:
“Voi desiderate un ricordo da me. Altro ricordo non ho da darvi che un invito alla santità. La gente pare che non si lasci più convincere dalla nostra predicazione, ma di fronte alla santità, ancora crede, ancora si inginocchia e prega. La gente pare che viva ignara delle realtà soprannaturali, indifferente ai problemi della salvezza. Ma se un Santo autentico, o vivo o morto, passa, tutti accorrono al suo passaggio. Ricordate le folle intorno alla bara di don Orione? Non dimenticate che il diavolo non ha paura dei nostri campi sportivi e dei nostri cinematografi ma ha paura, invece, della nostra santità”.
(Beato cardinal Alfredo Ildefonso Schuster, il 30 agosto 1954)