La dove c’era il fiume adesso c’è una distesa di sassi. Sono immagini impressionanti quelle che ci arrivano dal nostro Ticino. Il fiume azzurro è trasformato in una landa desolata. E se continua così per qualche giorno sarà il caso di parlare di vero e proprio disastro ambientale. A conclusione della conferenza stampa a Villa Castiglioni di Pontevecchio anche noi della stampa ci siamo recato al fiume.
Questa mattina eravamo nella località chiamata ‘Bosco bruciato’ tra Magenta e Boffalora sopra Ticino insieme al vice presidente del Parco Luigi Duse e al direttore Claudio Peia. “Se questa situazione si prolunga per molto tempo anche quell’acqua che vediamo in lontananza scomparirà – ha detto Peia – il fiume è completamente asciutto. Cosa che succede sempre, ma per brevi periodi. Non così a lungo come è accaduto adesso”.
Colpa di chi non ha preso le decisioni necessarie a costo zero. Sarebbe bastato avere una gestione delle acque del lago Maggiore modo differente da quanto si è fatto fino ad oggi. Il Parco del Ticino è infuriato e teme conseguenze negative per la biodiversità, quella che è la diversità della vita. C’è un mondo che ruota attorno al fiume. Senza acqua quel mondo potrebbe venire compromesso.