L’aspetto visivo è devastante. Il Ticino somiglia ad un paesaggio lunare. “Se questa situazione si prolunga per molto tempo anche quella poca acqua che vediamo in lontananza scomparirà – ha detto Peia – il fiume è completamente asciutto. Cosa che succede sempre, ma per brevi periodi. Non così a lungo come è accaduto adesso”. Sarebbe bastato avere una gestione delle acque del lago Maggiore differente da quanto si è fatto fino ad oggi, denunciano da Parco del Ticino. Il Parco del Ticino è infuriato e teme conseguenze negative per la biodiversità, quella che è la diversità della vita. C’è un mondo che ruota attorno al fiume. Senza acqua quel mondo potrebbe venire compromesso. Il presidente Gian Pietro Beltrami lo ha definito “un momento drammatico”.
Aggiungendo: “Noi abbiamo la convinzione di conoscere il nostro territorio molto meglio di chi prende le decisioni senza essere sul posto. Oggi ci ritroviamo un Ticino in cui molti punti sono attraversabili a piedi. Più volte abbiamo sollecitato il Ministero dell’Ambiente e Regione Lombardia affinchè si prendessero i provvedimenti adeguati. Cosa che non è stata fatta. Oggi i livelli del lago Maggiore sono bassissimi, ma faremo di tutto per fare in modo che l’attenzione venuta meno negli ultimi tre anni venga ripresa e rigestita con criteri adeguati”. Dal Ticino prendono acqua i navigli che nutrono non solo le duemila aziende agricole nell’area parco, ma ben settemila aziende che sono fonte di ricchezza per il territorio. “Sono due anni e tre mesi che parliamo di questo problema – ha detto il vice presidente Duse – da quando, nel giugno 2014, è stato cambiato il modello di gestione della diga della Miorina sul lago Maggiore a seguito di una decisione del Ministero dell’Ambiente. Modello che prevedeva che si potesse arrivare ad un metro e cinquanta sopra lo zero idrometrico. Un modello in vigore dal 2006 che non era stato codificato, ma era una buona prassi che garantiva anche in stagioni difficili l’acqua per tutti”.
Nel 2014 cominciano i problemi. Nella primavera del 2015 viene confermato il livello di ‘solo’ un metro sullo zero idrometrico. Passano tre mesi e il Parco diffida l’Autorità di Bacino del fiume Po, che si occupa della regolazione dei livelli del lago Maggiore, chiedendo l’immediato incremento del livello massimo di regolazione a un metro e cinquanta sullo zero idrometrico a Sesto Calende. Ma con la stagione primaverile di quest’anno è stato concesso solo un metro e venticinque sullo zero idrometrico, nonostante il Parco abbia nuovamente ribadito la necessità di un accumulo di acqua a un metro e mezzo sullo zero idrometrico di Sesto Calende. L’esigenza di arrivare ad un metro e cinquanta non crea, spiega Duse, alcun danno al lago Maggiore. “Nel 2016 – afferma Duse – se contiamo quante volte siamo stati sotto lo zero idrometrico ad oggi superiamo il numero di 50 volte, ovvero 50 giorni in grave crisi. Se noi avessimo tenuto 25 centimetri di acqua in più nel lago i giorni di crisi sarebbero stati due e non di più”.