OGGI, ALLE 15.30, SI PARLERA’ DELLA MILLENARIA CHIESA DI SAN NICOLA AL PADREGNANO, CHE ESISTEVA GIA’ QUANDO MALVAGLIO E ROBECCHETTO ERANO IN ATTESA DI ENTRARE NELLA STORIA
PADREGNANO (Robecchetto con Induno). Già documentata dal ‘Liber Notitiae Sanctorum Mediolani’ del XIII secolo (nel quale non sono elencate le chiese di Malvaglio e Robecchetto, perché ancora inesistenti), la chiesetta di San Nicolao si trova nell’area di Padregnano, una delle prima zone abitate sulla riva sinistra del Ticino, dove ritrovamenti, celtici (urna biconica), romani (sesterzi), longobardi (coltelli) ne segnano la storia.
Il culto di San Nicola si diffuse dopo il 1087, quando le sue reliquie furono trasportate a Bari dall’Oriente. E’ probabile che la chiesa sia attribuibile al periodo longobardo, proprio per il culto che questo popolo aveva per San Martino. Ma era inserita in una ‘rete’ di chiedete esaugurali, poste sulla riva sinistra del Ticino, che delineavano il tracciato l’antica Strada Mercatoria (parte dell quale è stata ritrovata proprio a Padregnano durante gli scavi di un traliccio ad Alta Tensione).
Il convento fruttuariense che ha animato la storia di Padregnano per almeno un secolo si collocò nel luogo dell’antico oratorio di San Martino. Dopo le vicenda Fruttuariense e quella dei Padri della Passione (XII-XVI secolo), Padregnano divenne proprietà Casati sino alla prima metà del Novecento, quando i beni vennero smembrati ed acquistati dal prof. Carlo Vallardi (medico, fratello del più famoso editore Antonio), da Massimiliano e Alfonso Allevi e da altri.
IIL CULTO DEI SANTI: Le più antiche chiese plebane sono dedicate al culto dei martiri: nella diocesi milanese, quelle dedicate a San Vittore sono preambrosiane. Diversamente,e San Martino e San Ilario, che sono chiaramente chiese private longobarde. San Martino, probabilmente dopo il Mille, diventò San Nicolao, come abbiamo detto in quanto è in tale periodo che si diffuse il culto di questo santo a cui è dedicata, attualmente, la chiesetta di Padregnano.