Venerdì scorso, nel giorno più brutto della mia vita nella chiesa di San martino a Magenta, mi hai abbracciato. Mi hai detto di farmi forza e che ci eri passato anche te pochi anni prima. La scomparsa di un padre è un trauma feroce, duro da digerire.
Ma te eri li, a manifestarmi la tua voglia di stare vicino. Stamattina quando mi hanno detto che eri morto in un incidente stradale non ci credevo. Sulla Milano Baggio a Cusago, mi pare. Eri sulla tua moto. Non son nulla di questo incidente e non voglio nemmeno sapere. Non è possibile che la vita sia questa. Che tutto finisca nel giro di un niente. Mariano, ma che è successo? Ci conosciamo da anni. Mariano Medda, eri un giornalista sensibile.
Forse troppo per fare questo lavoro. Abbiamo lavorato insieme diversi anni fa a Città Oggi. Poi hai continuato a Milano e recentemente mi hai detto che lavoravi nello studio di tuo fratello. Spesso ci incrociavamo per le vie di Magenta, o ti trovavo vicino a casa e parlavamo di tante cose. Eri entusiasta del tuo recente viaggio in Sud Africa.
Perché oltre alla scrittura, amavi tantissimo viaggiare e amavi la fotografia. Non so che cavolo scrivere Mariano, perdonami. Solo che quello che è successo è semplicemente pazzesco.