Preso da un Post di Facebook di Annalisa Baratta
Condivido la riflessione di un amico riguardo l’ultimo misfatto firmato cinque stelle.
“Alla fine le Olimpiadi si possono anche non fare. Non c’é nessun obbligo morale o istituzionale per svolgere la rassegna sportiva più prestigiosa nella capitale della Repubblica.
Però le circostanze attraverso le quali é maturata questa decisione sono impressionanti per la loro irrazionalità e per la valanga di luoghi comuni dentro i quali sono state affogate. Mai vista tanta approssimazione e tanta cafonaggine. Non bastano certo tutte le recriminazioni di ordine politico e sociale né tutte le ragioni per opporsi a questo o a quello. Sarebbe stato sufficiente porre in modo articolato, pacato e determinato una serie di controindicazioni e di contrarietà, a seguito delle quali assumere una decisione definitiva per il no. Invece ci si é mossi in modo assurdo, isterico e pressoché folle.
Le premesse sono note. Il Governo Monti aveva affrontato la questione in modo elegante e chiaro, rinunciando alla candidatura, che non é mai stata posta, per il 2020 a seguito di ragioni economiche. Punto.
Successivamente si era messa in moto la macchina verso la candidatura per il 2024, favorita da un clima politico ed economico leggermente più rasserenato. Il CONI si era investito fortemente e il Governo, affiancato dalla sciagurata Amministrazione Marino, aveva dato il suo appoggio. Si sono utilizzate risorse pubbliche per la preparazione del “dossier” e si sono stesi i contatti istituzionali necessari. L’impressione generale é che questa fosse la volta buona, visto che i “competitors” (Parigi, Los Angeles, Budapest) avevano maggiori debolezze rispetto a Roma.
A questo punto restava da determinare se un’Olimpiade a Roma giovasse a qualcosa.
Sarebbe servito innanzitutto a rinnovare finalmente l’organizzazione sportiva in senso più dinamico in vista delle competizioni, a svecchiare federazioni sportive decrepite, a valorizzare i settori giovanili e studenteschi, a intraprendere la diffusione di una vera cultura sportiva di base in vista dell’ottenimento di risultati vincenti e infine a diffondere un senso dello sport nella cultura popolare, superando la dittatura malata del calcio e di qualche sport maggiore.
A Roma e dintorni sarebbe servito a ristrutturare impianti mantenuti in modo vergognoso o addirittura abbandonati e a costruirne altri che, secondo la nuova filosofia olimpica, sperimentata perfino a Rio de Janeiro, sarebbero poi stati trasferiti in tutto o in parte in altri luoghi della città e della regione, impedendo che restassero le famose cattedrali nel deserto di alcune Olimpiadi passate, oltretutto con un concorso finanziario notevole del CIO.
Infine avrebbe creato un movimento produttivo e turistico intorno alla città che, se sorvegliato adeguatamente con strumenti normativi e con forme di controllo pubblico, avrebbe finalmente dati buoni risultati di ordine economico-sociale.
Dopodiché é legittimo credere anche che a Roma e in Italia nulla é possibile e tutto é destinato alla rovina e al disastro. Non a caso la retorica delle”Olimpiadi del mattone, dei debiti e del malaffare”, ribadita ossessivamente da Virginia Raggi e dai cinquestellini, sta a dimostrarlo oggi stesso. Si poteva comunque esercitare un’opposizione logica e razionale e invece é successo questo patatrac idiota e irritante, generato proprio per irritare e per spaccare chissà che cosa.
Le ultime vicende hanno abbracciato un paradosso indescrivibile.
Virginia Raggi sbandava qua e là, senza sapere cosa fare. I Direttòri più improbabili e squinternati minacciavano affossamenti e poi aprivano a fantomatici “referenda” e infine i rinvii si succedevano ai rinvii in mezzo alle consuete banalità sulle Olimpiadi del mattone, dei debiti e del malaffare.
Alla fine ci si é resi conto che ci si trovava davanti a un gruppo di ragazzotti dispettosi, che tirano i sassi per fare arrabbiare gli adulti. La mozione scritta non si sa da chi per ritirare la candidatura ufficiale é talmente sconclusionata da diventare esilarante, a partire dalla considerazione sui “referenda” tenuti in città che poi non si sono candidate (e allora perché non fare un “referendum” anche a Roma?).
L’episodio incredibile di cafonaggine istituzionale verso la delegazione del CONI é vergognoso. Hanno convocato il CONI in Comune per le 14,30 e, quando la delegazione é arrivata, non si sono fatti trovare, aprendo poi una propria conferenza stampa dopo alcuni minuti. E’ come invitare qualcuno a cena a casa propria e poi far trovare l’abitazione deserta o la porta chiusa. Bifolchi.
Una volta giunti al governo delle città e precipitati nella confusione, i cinquestellini sono diventati tracotanti, maleducati, dispettosi e alla fine anche sfuggenti. Nel senso che scappano per nascondere la propria fragilità.
Memorabile é stata la mossa di Luca Pancalli, Presidente del Comitato Paralimpico e dirigente di intelligenza sopraffina, il quale ha chiesto il “live streaming” per l’incontro con Raggi. Incontro bigiato senza vergogna, come uno studente che non va a scuola per non essere interrogato, visto che non ha studiato.
Davanti a gente così miserabile ogni parola suona inutile e insignificante, come quelle pronunciate da Virginia quando ha detto, nell’incredulità generale, che i romani stanno pagando ancora “gli interessi passivi delle Olimpiadi del 1960”. Facciamole una lezione sugli interessi passivi.
Malagò é giustamente furibondo, se non altro perché non meritava un simile trattamento da simili nullità. Ha forse rubato? Ha forse commesso irregolarità amministrative? Ha forse rivelato arroganza e supponenza?
La verità sta nel fatto che questo metodo che, più che politico, é semplicemente relazionale, brutalizza ogni rapporto sociale e soprattutto fa suonare un fortissimo campanello di allarme sulle reali competenze e sulla reale credibilità istituzionale di chi si candida a governare il nostro Paese”