Si è sempre scritto che, tra l’8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945, le vittime civili delle stragi naziste si aggiravano sulle 10mila persone. Dopo settant’anni, una ricerca approfondita di Paolo Pezzino, resa nota in un recente convegno milanese e riportata sull’Istituto Nazionale per lo Studio del Movimento di Liberazione in Italia (Insmli), ne ha fatto aumentare il numero. Inoltre, recentemente, ‘Il Giornale’ (30 settembre 2016) ha pubblicato una lettera – scovata in un archivio – di Franz Schmidt, facente parte della 16ma Divisione Corazzata Granatieri delle Ss, nella quale si attribuisce l’uccisione di 159 partigiani rinchiusi nel Castello Malaspina di Massa. Questa divisione corazzata è la responsabile di Sant’Anna di Stazzema (12 agosto ’44) dove furono trucidate 560 persone, compresi i bambini gettati in aria e mitragliati al volo. La stessa divisione ha firmato – fra il 29 settembre e il 5 ottobre – lo scempio di Marzabotto, lasciando sul terreno quasi ottocento morti innocenti. Delle bestie che non hanno mai pagato e anche i risarcimenti sono sempre stati negati dalla magistratura tedesca. Al pari di quella italiana: “ho la sensazione che una magistratura autoreferenziale, terribilmente ideologizzata, stia modificando la struttura stessa della storia, dell’uomo, della società” (M. Gandolfini-S. Lorenzetto, L’Italia del Family Day, p.32, 2016)
FOTO Lapide murata dai ‘compagni di fede’ a Vigevano, in ricordo del “geometra Giovanni Leoni, d’anni 20, trucidato dai nazifascisti il 21 ottobre 1943” (foto Luisa Vignati)