TURBIGO – La ricerca storica di Carlo Azzimonti sul notiziario parrocchiale ha messo in serie quelle che furono le levatrici turbighesi, ma anche delineato uno dei tanti ceppi ‘Cavaiani’ del paese.
PALMIRA PIVA (1880-1917) svolse l’attività di ‘levatrice’ in collaborazione con il medico condotto Antonio Scaccabarozzi. Proprio una vicenda – conservata nel nostro archivio mentale – riguarda il suo periodo. Circa trent’anni fa, un’esposta, probabilmente frutto di un rapporto illegittimo, tra il commendator Paolo Grassi e una ragazza, si presentò a chi scrive (si era appena pensionata come ostetrica a Milano) dicendo di essere nata a Turbigo all’inizio del Novecento e che suo padre era – probabilmente – Paolo Grassi, al tempo proprietario del Castello. Ci disse che, appena nata (presumiamo con le mani di Palmira Piva), accompagnata da un bigliettino firmato dal dottor Scaccabarozzi, fu caricata all’alba su una carrozza che la portò alla Casa degli Esposti a Milano e lì rimase fin quando non iniziò la professione di levatrice. Voleva che noi facessimo un’indagine d’archivio allo scopo di poter vantare qualche diritto sul Castello. L’unico dato che corrispondeva era il nominativo del medico condotto che dava veridicità alla sua vicenda.
Anche Palmira Piva, levatrice per ben 37 anni a Turbigo, era un’esposta (era un appannaggio, quella della professione di ostetrica, delle bimbe senza nome). Lo documenta il fatto che il nome e il cognome iniziano con la stessa consonante. Palmira sposò un Cavaiani che faceva il ‘falegname’ e la sua vita è stata raccontata su ‘Agorà’, nell’estate scorsa, da Carlo Azzimonti e lì rimandiamo chi volesse saperne di più. Qui aggiungiamo solamente che il figlio maschio della Piva, Vincenzo Dante Cavaiani (1891-1944) continuò l’attività del padre e del nonno nella bottega di Via Roma (ex ‘Bettola’). Vincenzo Cavaiani aveva sposato Natalina Cedrati (1901-1955) dalla quale ebbe tre figli: Giuseppe, Palmira e Giulia, Giuseppe è il famoso ‘Pisqin’ del negozio di Via Roma dove all’interno ci sono ancora tutti i macchinari dell’antica attività di falegname (foto ‘in evidenza’)
GAETANA ALMASIO (1917-1947) nata a Trecate – a seguito di delibera del Consiglio Comunale – prese il posto della precedente e divenne ‘ostetrica titolare della condotta consorziale Turbigo-Nosate’. Nell’aprile 1917, Almasio Gaetana, era una bella signora di 32 anni (foto 2) che si sarebbe sposata, a Milano, con Enrico Brusatori (Milano, 1893) andando ad abitare in Via Fredda, 2 (oggi 4), in quella che era la residenza storica dei Brusatori. Adesso ci abita chi scrive, ma al tempo Enrico Brusatori mandava avanti una ‘fabbrica’ in via San Vincenzo (che è stata chiusa circa vent’anni fa per mancanza di eredi diretti e sulla cui area è stato innalzato un condominio, all’angolo con Via Monte Nero) dove si produceva componenti per impianti antincendio, idranti, ma anche colonnine di distribuzione dell’acqua potabile.
GIUSEPPINA GEMMA UBEZIO (1947-1950) di Galliate sostituì più volte, negli ultimi anni, la titolare Almasio, ma non riuscì a farsi assegnare la condotta.
FERNANDA TINININI (1950-1979) alla quale è dedicato l’Asilo Nido di Villa Tatti fu l’ultima ostetrica del Consorzio Turbigo-Nosate. Negli anni sessanta del secolo scorso le giovani puerpere cominciarono ad andare a partorire negli ospedali del territorio e la ‘’levatrice’ divenne sempre meno fondamentale alla vita del paese. Tant’è che la Tininini lasciò il mestiere nel 1979 e non fu più sostituita. Morì nel 2014.
FOTO in evidenza: Il ‘Pisqin’ (Giuseppe Cavaiani + 2000) da ragazzo (il primo a sinistra) quando la falegnameria era in grado di realizzare anche dei bottali per le concerie turbighesi.
1 – la tomba al cimitero del primo campo che riporta i nomi di “Pivo Palmira levatrice per 37 anni a Turbigo, m. il 24 aprile 1917, d’anno 53 – Cavaiani Giuseppe m. il 21 novembre 1924 d’anni 60 – Cavaiani Vincenzo m. il 24 dicenbre 1944, d’anni 53 – Cedrati Natalina m. il 4 luglio, d’anni 53 – Cavaiani Giuseppe (1929-2000)”.
2 – Gaetana Almasio levatrice dal 1917 al 1947.