Sul referendum del 4 dicembre se ne sentono di ogni.
C’è chi dice SI per sostegno al governo Renzi, c’è chi dice SI per la voglia di cambiamento, tanto auspicato da molti governi ma mai ottenuto.
D’altro canto, c’è anche il fronte del NO, quello delle “opposizioni”. Vasto, a dir la verità, ma non omogeneo.
Tra i tanti, il PD “nemico” dice NO al suo segretario, il movimento cinque stelle dice NO invocando i principi della democrazia, la lega dice NO esausta del governo Renzi, Forza Italia e il suo leader (Silvio Berlusconi) dice NO perchè non intende instaurare una “dittatura”, quella del presidente del consiglio agevolato dalla riforma costituzionale e rafforzato nei suoi poteri.
Nonostante tutto,i cittadini sono ancora molto disorientati. Non a tutti basta leggere il testo della riforma, molti desiderano ancora sentire delle opinioni a favore e contro il referendum.
Per questo motivo “Corriere Altomilanese” ha voluto chiedere qualche opinione.
Alla domanda: “lei è a favore o sostegno del referendum costituzionale del 4 dicembre?”, il sindaco di Turbigo, Christian Garavaglia, ha risposto di essere contrario, continuando:
“Le ragioni del no a questo referendum sono chiare: non semplifica nulla, anzi al contrario crea confusione. Vediamo alcuni perché: secondo voi i consiglieri regionali e i sindaci avrebbero tempo anche di fare i Senatori? Non scherziamo: se vogliamo che svolgano per bene il loro ruolo allora occorre che ne facciano uno bene e non due male. Quindi la proposta di cambiamento del Senato è inefficiente. Mie proposte alternative per risparmiare? Dimezzare il numero di Senatori e Deputati o cancellare del tutto il Senato.
Inoltre la riforma prevede che i Senatori non vengano più eletti dal popolo. Questa sarebbe una cattiva scelta: i rappresentanti in parlamento devono essere scelti dalla popolazione!
Già che ci siamo: la riforma non prevede nulla sulla elezione diretta del Presidente della Repubblica, che invece sarebbe auspicabile in un sistema democratico, così come l’elezione diretta del Presidente del Consiglio, sullo stile delle leggi elettorali con cui si scelgono i Sindaci.
In merito alla ridefinizione delle competenze tra Stato e Regioni si sta andando nella direzione opposta a quella che vorremmo: vogliamo più autonomia locale e federalismo, mentre la riforma accentra ancor più i poteri a livello centrale.
Infine: questa è una riforma proposta esclusivamente dal PD (e neanche tutto) senza condivisione con le altre forze. Se un Governo di centrodestra avesse tenuto lo stesso atteggiamento, sarebbe stato accusato di dittatura, mancanza di democrazia, autoritarismo, mentre se lo fa il centrosinistra è tollerato. Dissento profondamente dall’atteggiamento del tenere due pesi e due misure a proprio piacimento: con due pesi e due misure non si va lontano in politica.”