Difficili da trovare. Nascosti dalla sabbia del Ticino, dalla quale affiorano come se fosse la tana di una talpa. Sono i porcini litè, come li chiamano gli anziani. Vera e propria prelibatezza partorita dal fiume azzurro. Non saranno come il tartufo, ma poco ci manca. E sono davvero in pochi a conoscerne l’esistenza, anzi praticamente nessuno.
Nella zona di Castelletto di Cuggiono ne sono stati ritrovati alcuni ed è un fatto che ha suscitato curiosità. Andrea Azzimonti vive proprio sulle rive del Ticino in località Castelletto e nell’ultimo mese ha trovato cinque porcini litè sani e un porcino bianco da un chilo e 90 grammi. “Trovarli non è impossibile, ma bisogna conoscere il territorio e il fiume Ticino alla perfezione – ha spiegato Azzimonti – Gli anziani della zona vanno matti per il porcino litè. Lo considerano una vera benedizione della natura. Un prodotto del territorio che in pochi conoscono”. Non solo chiodini, quindi. Il litè pare essere proprio una prelibatezza. Differisce dal porcino nero che cresce sotto la quercia. Il litè è nascosto nella sabbia in riva al fiume e, infatti, c’è chi lo chiama ‘sabbiolo’.
“E’ necessario conoscere la tipologia delle piante che si incontrano – aggiunge Azzimonti – sapere il grado di umidità del terreno e saper apprezzare le fasi lunari. Spesso sono proprio le fasi lunari ad influire sulla crescita del litè”. Era parecchio tempo che non se ne trovavano nella zona di Castelletto ed ora pare essersi innescata una caccia al porcino. Quasi come per il famoso oro del Ticino. “Alla fin fine vale tanto oro quanto pesa – scherza Azzimonti – basta fare una chiaccherata con gli anziani che hanno sempre vissuto nei pressi del Ticino e che ogni giorno arrivano sulle rive del fiume per capire l’importanza dei porcini del Ticino. Tutti dicono che c’è solo un porcino capace di tenere testa al litè del Ticino ed è il porcino di Borgomanero”.