TURBIGO – La Via Carlo Cattaneo collega la via Bainsizza con la via Fredda ed è stata denominata con delibera n. 68 del Consiglio Comunale del 29 novembre 1985. E’ una via pubblica recente, in quanto le antiche trasversali – a sinistra, uscenti dal centro abitato – della via Fredda erano solamente le vie Patrioti e Matteotti, già presenti nel Catasto Teresiano del 1722, con altre denominazioni. Una via Privata dunque fino a qualche decennio fa, denominata in memoria di un grande Uomo di pensiero, sepolto nel famedio milanese (nella foto), una Via che una volta diventata pubblica è stata munita dei servizi pubblici essenziali: la pubblica illumunazione nel 1990 e, qualche anno dopo, il manto stradale.
Lungo buona parte della via – che si apre d’angolo con la vetrina di ‘Carla Fiori’ sempre impressionata da bei colori – ci sono ancora di capannoni della fabbrica di piastrelle del ‘Maragnò’ che funzionò per decenni, rimanendo aperta fino all’avvento della ceramica, arrivando ad impiegare una settantina di operai. Diverse abitazioni turbighesi hanno ancora i pavimenti realizzati con le piastrelle prodotte da questa fabbrica (tra cui anche la chiesa di San Guniforte di Nosate). Si riconoscono per i motivi geometrici e per le greche in cui prevalgono i gialli, i neri e i bordeaux. La fabbrica fu aperta, agli inizi del Novecento, da Emilio Bianchini (nonno di un titolare dell’attuale conceria ‘Cafra’) che aveva imparato il mestiere dal Cormani. Ci disse Antonio Cormanni (1920-2010?) una decina di anni fa (la tomba è nel primo campo a destra): La prima fabbrica di piastrelle fu impiantata al ‘Castellaccio’ da mio padre Romeo. Nel 1910 era emigrato – insieme al Giacomott, fratello gemello di Carlo Bonomi – in Argentina per lavorare (faceva il sellaio) e lì vicino al luogo in cui svolgeva la sua professione c’era una fabbrica di piastrelle. Per arrotondare i guadagni cominciò a lavorare di sera nella fabbrica e imparò il mestiere. Dopo la prima guerra mondiale – era rientrato per mettersi a disposizione della Patria – decise di impiantare una fabbrica di piastrelle. Allora, in paese, si utilizzavano i ‘medoni’ e non si conoscevano nemmeno le piastrelle. In società con il Bonza (padre di Giancarlo, morto una ventina di anni fa) fu realizzata la prima fabbrica (1919) al ‘Castellaccio (Via Roma, dopo il ponte sul Naviglio, ndr), anche con l’aiuto di donna Maria De Cristoforis che non aveva chiesto granché d’affitto. Fu subito un gran successo: spediva le piastrelle a Milano sui barconi, insieme alla sabbia del Ticino, molto rinomata, per realizzare le costruzioni a Milano.
L’IPPOSIDRA: L’ANTICA “FERROVIA DELLE BARCHE” IDEATA DA CARLO CATTANEO – Il grande milanese è venuto qui, nei nostri paesi, per cercare di risolvere il problema delle rapide del Ticino. E domenica 9 febbraio 2003 è stato festeggiato il 145° anniversario del primo ‘attiraglio’ e noi c’eravamo e scrivemmo un pezzo per Città Oggi che in parte ripubblichiamo.
“Lì, in un fazzoletto di terra, all’incile del Naviglio Grande – in territorio di Tornavento, frazione di Lonate Pozzolo – ci sono i ‘neuroni’ di una cultura che si sta perdendo e solamente la buona volontà di alcuni cultori di storia locale riesce, in qualche modo, a tramandarne la memoria. Dicevamo che lì, ci sono le vestigia del ‘pianalto’ (fascia pianeggiante sotto costa) dove iniziava la ‘Ferrovia a Cavalli’ che dovrebbe essere riscoperta. Per sensibilizzare le amministrazioni, domenica 9 febbraio 2003, i ‘Cavalieri del Fiume Azzurro’ hanno festeggiato il 145° anniversario della ‘Ferrovia delle barche’, l’Ipposidra ideata da Carlo Cattaneo nella seconda metà dell’Ottocento per il collegamento tra Tornavento e Sesto Calende. La data corrisponde a quella della prima prova di ‘attiraglio’, consistente nel traino con cavalli di un carro con a bordo uno dei barconi che portavano le merci a Milano. La cerimonia – alla presenza dei Sindaci dei quattro paesi dove si muoveva la ‘ferrovia a cavallo’ – ha visto la prolusione del professor Ogliari alla ‘Cassina Cassinetta’, poi la carovana di auto si è mossa verso i luoghi dov’erano stati posizioni i cartelli dal Parco del Ticino: Ponte dello Strona a Somma Lombardo; località Gruppetti a Golasecca; località Resega a Sesto Calende; piazza Guarana La Piarda a Sesto Calende. Un altro pezzo di storia del nostro territorio che era stata dimenticata dalle istituzioni e riscoperta dagli ‘innamorati’ della riva sinistra del Ticino”.
1 – FOTO IN EVIDENZA Il sarcofago di Carlo Cattaneo collocato nel famedio milanese nel 1884; 2 – La greca di un pavimento di un’abitazione privata turbighese, simile a quello della chiesa di San Guniforte a Nosate: entrambi furono realizzati dalla fabbrica di piastrelle (Maragnò) di Via Carlo Cattaneo