TURBIGO – Com’ è successo per le dinastie egizie, dove la cancellazione del nome di qualche faraone è documentata, tale sorte toccò anche ai Torriani, al punto che questi ‘Signori di Milano’ non ci sono più nella storia. Per trovare il loro blasone nel Milanese bisogna andare nel cimitero delle famiglie nobili all’abbazia di Chiaravalle. Lì si trova la torre con merli ghibellini (nella foto), finestroni e porta, che riporta alla storia quella che fu un’importante stirpe milanese. Tempo fa, lo sfortunato Stefano Candiani, allora assessore ai LL.PP. di Turbigo, mi chiese quale fosse stata la famiglia nobile più strettamente legata al Naviglio Grande in quanto voleva farne rappresentare il blasone in concomitanza alla riqualificazione delle sponde. La risposta fu una sola: i Torriani.
Vediamo quale fu l’ascesa repentina di tale famiglia che ha lasciato in Turbigo il castello (ma non solo), grazie alla tesi di laurea di Luca Demontis, ‘Raimondo Della Torre, patriarca di Aquileia (1273-1299) – politico, ecclesiastico, abile comunicatore’ discussa all’Università degli studi di Milano nel 2009. Questo denso lavoro di ricerca, pur essendo centrato sulla figura del patriarca di Aquileia, all’inizio della tesi l’autore ricostruisce quale fu il caso ‘Della Torre’ e come tale famiglia riuscì a diventare egemone a Milano, attraverso un sistema di potere basato sull a cosiddetta ‘alleanza col popolo’. Tutto iniziò nel 1237: i nobili milanesi – sconfitti dall’imperatore Federico II – furono rifocillati e curati da Pagano Della Torre. Fu un semplice atto umanitario quello che portò Pagano ad occuparsi di loro, ma alcuni anni dopo – proprio per il suo disinteressato comportamento – fu chiamato a Milano per ricoprire una importante carica pubblica. Da podestà, il suo deciso schieramento guelfo e filo-popolare, permise il passaggio di Milano da ‘libero comune’ a Signoria. Nel 1241 muore e il popolo milanese attribuisce a Pagano, ‘per i meriti acquisiti’, (tra cui quello della redazione dell’estimo con il quale tassare aristocratici e ecclesiastici) il titolo di ‘Padre della Patria’, appellativo che si è conservato in quanto scritto su una lapide conservata nel cimitero di Chiaravalle.
Nei decenni successivi la famiglia di Pagano (figli e nipoti) si ramifica nel territorio: Francesco Della Torre sposa la nobile Giulia Castiglioni e diventa podestà di Novara nel 1243, nel 1262 e nel 1263. Assume anche il titolo di conte del Seprio, in linea con la politica della famiglia tesa a essere presente anche nel contado. Altri parenti assumono cariche podestarili a Genova, Pisa e Firenze. Il nipote Martino Della Torre diventa, alla fine tra alti e bassi, dominus populi Mediolani, carica che mantiene fino alla morte (1263).
Nel 1265, alla morte di Filippo, fratello di Francesco, dal quale aveva ricevuto l’investitura, tutto il potere passa nelle mani del cugino, Napoleone (Napo) Della Torre che diventa così Signore di Milano.
L’AFFERMAZIONE SIGNORILE NEL CONTADO: TURBIGO E TREZZANO
Due gli esempi della strategia politica dei Torriani nel contado milanese. Il caso di Trezzano sul Naviglio insieme a quello di Turbigo indicano come i Torriani erano convinti che non bastava avere il dominio della città, ma era necessario controllare il territorio e le vie di comunicazione che lo attraversavano. E il Naviglio era una delle più importanti: da qui il controllo di due capisaldi, proprio perché il rifornimento di vettovaglie, che ogni giorno confluivano in città, era considerato di vitale importanza. Però, per controllare i ‘capisaldi’ era necessario acquisire terreni e diritti che venivano scelti in base alla vicinanza del Naviglio. Fu così che Napoleone della Torre si impossessò di buona parte del territorio turbighese, del castello, dei diritti di signoria di Turbigo, come ha scritto Flavia De Vitt in un saggio pubblicato anche da Contrade Nostre dove cita trentasette atti, in prevalenza venditiones ad libellum, che sanciscono il passaggio di numerose proprietà – terre, edifici, diritti – nelle mani di Napoleone prima e di suo figlio Corrado poi, in un aerco di tempo che va dal 1272 al 1306. In questo periodo i Torriani costruiscono anche un ponte di legno sul Ticino (il cui palificato è stato recentemente individuato), ma la loro eredità è certamente contenuta nel castello. Ancora tutta da inventariare. La caduta della signoria in un prossimo articolo.