MAGENTA – Una cinquantina di posti di lavoro in bilico per lo più nell’ambito della produzione, con il rischio concreto che senza un’inversione di rotta la situazione possa peggiorare.
E’ questa la situazione che Ermano Alemani, della FIM Cisl Milano Metropoli descrive rispetto alla crisi in corso alla STF di Magenta, la storica azienda metalmeccanica di proprietà della famiglia Trifone.
Una realtà produttiva che prima del 2015 non aveva mai conosciuto la parola cassa integrazione. “Purtroppo – spiega il sindacalista cislino – lo scenario è complesso, la congiuntura economica negativa che si trascina dal 2015 ha portato ad avviare la cassa integrazione ordinaria che successivamente è diventata straordinaria con la richiesta di mobilità volontaria entro fine anno per 31 dipendenti”. “Nello stabilimento di Magenta – aggiunge Alemani – venendo a mancare le commesse dalla francese EDF la produzione è sostanzialmente ferma”.
Da qui la necessità di ridurre il personale che ad oggi conta 215 unità. “Siamo dell’idea – rimarca il delegato della FIM – che mai come in questa fase serva chiarezza. In occasione dell’incontro in Comune con la proprietà e l’Amministrazione comunale, svoltosi a fine settembre, ci sono stati confermati i cinquanta esuberi. C’è la necessità di capire meglio la prospettiva futura. Peraltro – evidenzia l’esponente del sindacato di categoria – è dall’inizio dell’anno che chiediamo invano al management di STF di mostrarci il piano industriale. Lo consideriamo un fatto grave in termini di strategia aziendale, al di là dell’annunciato ridimensionamento”.
A questo punto ciò che chiede con forza l’Organizzazione Sindacale “è l’avvio immediato di politiche attive di ricollocazione e riqualificazione del personale in eccedenza”. “Abbiamo davanti a noi sei/sette mesi fondamentali per dare modo a queste persone di poter essere riassorbite nel mondo del lavoro. Per fare questo serve l’aiuto di tutti”.
In questo contesto, inoltre, s’inserisce l’annunciato avvicendamento nel ruolo di amministratore delegato dell’azienda.
Dal primo gennaio 2017, infatti, l’attuale A.D. Roberto Trifone lascerà il suo incarico a Guido Bressani, ingegnere meccanico 47 enne di nazionalità italo australiana, con un curriculum di grande spessore, in considerazione dei suoi trascorsi in aziende leader in questo settore, negli USA ma anche, tra le altre, in Australia e Singapore.
“Senz’altro – prosegue Alemani – il fatto che la proprietà continui a restare saldamente nel CdA di STF è comunque per noi un segnale da intendersi non certo come la volontà di un disimpegno, tuttavia, vorremmo maggiori rassicurazioni in proposito. Soprattutto – conclude il sindacalista – desidereremmo capire come rilanciare e promuovere al meglio, quanto meno, l’ambito della progettazione, che in passato è sempre stato un valore aggiunto per questa impresa”.
“Il comparto metalmeccanico per l’Alto Milanese, vedasi l’esempio di scuola della FRANCO TOSI per Legnano, uno dei settori cardine dell’economia del nostro territorio – commenta Giuseppe Oliva Segretario della Cisl Milano Metropoli – La crisi della Carapelli di Inveruno e adesso questa della STF a Magenta, purtroppo, ci dimostrano che la crisi non è ancora alle spalle. E’ importante perciò che tutti i soggetti in campo a livello istituzionale e non si attivino per evitare altre perdite di posti di lavoro che potrebbero incidere negativamente sul percorso di ripresa di cui, comunque, vediamo i segnali”.
Nella foto ‘Sally’, Ermano Alemani