Alla presentazione del libro, che racchiude consigli e ricordi di “Brontolo”, è intervenuto l’amico, ex compagno di squadra e detentore del Giro d’Italia 2016.
È stato un autentico bagno di folla quello che ha accolto ieri Vincenzo Nibali a Robecco sul Naviglio (Milano). Il campione messinese è stato ospite della serata dedicata al suo amico Andrea Noè, in occasione della presentazione del libro “Una vita da gregario” il cui protagonista e voce narrante è proprio l’ex corridore nonché compagno di squadra in Liquigas del vincitore del Giro d’Italia 2016. Nel corso della serata ha ricevuto un riconoscimento da parte del Comune e del Velo Sport Robecco sul Naviglio, società ciclistica sportiva e storica del paese in cui ha mosso “le prime pedalate” Noè, che è anche fondatore e presidente del Brontolo Bike. L’associazione sportiva dilettantistica ha offerto una targa ricordo a Vincenzo Nibali.
L’evento dedicato allo sport e alla cultura, aveva anche un importante risvolto di solidarietà a favore delle popolazioni del Centro Italia colpite dal terremoto.
Dopo l’introduzione al libro da parte dell’autore e giornalista Andrea Ballocchi, che ha dato forma ai ricordi e ai consigli del ciclista e grande gregario “Brontolo” Noè, hanno parlato sia l’ex professionista sia il fuoriclasse messinese. Entrambi hanno evidenziato il valore del ciclismo, sport che unisce intere generazioni e che riesce ad avvicinare il campione all’uomo di tutti i giorni sulle strade di tutto il mondo. C’è stato spazio per simpatici aneddoti, siparietti tra i due amici e per preziosi ricordi. «Il lato più bello del ciclismo agonistico è certamente la vittoria del capitano, ma anche quella del gregario, che finalizza il lavoro e ne condivide il successo», ha ricordato Nibali.
Entrambi hanno evidenziato il valore dell’istruzione, degli studi anche per chi si dedica allo sport. E sulla questione di cosa migliorare nel ciclismo, Noè ha ribadito che «più che il mondo professionistico varrebbe la pena migliorare quello giovanile, che sconta una carenza di presenze a fronte di una carenza di strutture, con strade poco sicure. Se vogliamo contare su più campioni domani occorrono questi presupposti oggi, associato a un cambio di mentalità nel nostro e in tutti gli sport. Infatti, spesso si assiste all’attesa illusoria del genitore che vede nel proprio figlio un campione, facendo eccessive pressioni su di lui. Il papà e/o la mamma dovrebbero essere le persone che incentivano positivamente la voglia di praticare sport del proprio figlio, lasciandogli la possibilità di divertirsi, senza esasperarlo inutilmente, e seguendolo nell’attività scolastica. Se riusciamo ad avere una base migliore potremo contare su un professionismo migliore».
Applausi, grande emozione per le parole dei due corridori. Carriere come le loro non si costruiscono solo sul talento, che pure è necessario: ci vuole passione, impegno, costanza e tanto amore per lo sport. Sono tutti elementi, questi, che Andrea Noè ha voluto fissare nelle pagine di “Una vita da gregario” che riporta ricordi e consigli preziosi a tutti coloro che vogliono vivere il ciclismo in modo sempre più coinvolgente.