Come è cambiata la sanità in Lombardia e nei nostri quattro ospedali di riferimento? Il Centro Studi Kennedy di Magenta ha avviato una importante analisi per capire cosa è successo negli ultimi tempi. Giuseppe Imbalzano, coordinatore, ha parlato della storia del nostro territorio. Anzitutto un dato importante. Sono stati spesi circa 500 milioni di euro negli ultimi 20 anni negli ospedali del nostro territorio. Legnano ha un ospedale nuovo, Abbiategrasso anche e grossi cambiamenti sono avvenuti a Magenta e Cuggiono. Realtà dove la Regione ha investito tanto. Ma quali sono oggi le vocazioni dei nostri ospedali? Legnano è un ospedale ad alta specialità, destinato alle grande emergenza, Magenta è una via di mezzo. “Le cose che ho a Legnano non le potrò avere anche ad Abbiategrasso – aggiunge Imbalzano – Per avere alta emergenza ad Abbiategrasso servono medici, infermieri. Serve una struttura adeguata”. Imbalzano chiarisce una cosa. Abbiategrasso potrà sopravvivere se si collocheranno nella sua struttura attività che non servono solo per i cosiddetti pazienti acuti.
“Cosa è successo in questi anni? Cosa non ha funzionato? – si domanda Imbalzano – Pensiamo al professor Zanollo. Uno dei migliori urologi a livello internazionale. Aveva avviato una struttura non solo di urologia, ma anche di riabilitazione. Serviva o non serviva questa struttura? A che punto siamo? C’erano tre unità operative nella struttura di Zanollo. Ci sono attività che costano, ma che non possono essere a carico dell’azienda. E’ la Regione che deve dare valore ai servizi che ci sono. La chirurgia della mano di Legnano era nota a livello nazionale tanto che aveva 240 giorni di attesa, considerato che arrivavano pazienti da tutta Italia. E’ scomparsa anche lei, così come molte altre. Non è solo il pronto soccorso l’emergenza, ci sono altri elementi su cui ragionare. La qualità dei servizi è rimasta elevata per la professionalità del personale che vi opera”.
Qual è l’obiettivo del servizio sanitario? La gestione della malattia? “Penso che l’obiettivo sia quello di non andare in ospedale. – afferma – L’obiettivo sarà quello di chiudere gli spedali perché non saranno più necessari.- Migliorare la qualità di vita e di salute delle persone con la prevenzione. Ma quella specifica. Non possiamo parlare solo del fumo”. Gli sprechi sono enormi, a cominciare dai sistemi di controllo che hanno avuto uno sviluppo enorme. Hanno migliorato la salute della gente? “Questo è il problema. – commenta Imbalzano – Metà della vecchia asl faceva controlli. Avevo 20 infermieri che controllavano l’attività di altri infermieri che facevano assitenza domiciliare. Pura follia. Uno spreco ingiustificato. Il controllo fine a se stesso non serve a niente”. Priama di chiudere il suo appassionato intervento Imbalzano ha chiesto un minuto di silenzio per Saronno. “Mi ha colpito in modo spaventoso. – commenta – Quelle persone sono morte perché è mancata tutta la rete dell’attenzione…”.
Il pronto soccorso è soltanto un tassello nell’enorme panorama della sanità lombarda preso in considerazione dall’indagine avviata dal centro studi Kennedy di Magenta. I dati snocciolati da Rodolfo Vialba durante il convegno di sabato, parlando nello specifico di ponto soccorso, sono chiari. Magenta, nel periodo che va dal 1997 al 2013 è passata da 40.629 accessi a 59.448 con un trend cresciuto del 46,31 per cento. Diverso il caso del pronto soccorso di Legnano, passato nello stesso lasso di tempo, da 75.156 accessi a 72.581 con una riduzione del 3,43 per cento e Abbiategrasso passato da 18.806 accessi a 17.020 e riduzione del 9,50 per cento. La sanità ha un costo. A differenza di quanto ha detto il sindaco di Abbiategrasso Arrara durante il suo intervento, il costo è un dato da tenere in grande considerazione. Il grosso calo dei posti letto negli ospedali pubblici, di cui parla Vialba nella sua relazione, come hanno inciso? I dati del centro Kennedy sono oggettivi. Alla Asst il compito di dare delle risposte. Nel breve spezzone di video che pubblichiamo è possibile ascoltare una parte dell’intervento di Imbalzano.