Vengo a conoscenza, già da tempo, di questa situazione da alcune persone che mi fanno delle segnalazioni. Anzi Graziano Masperi ha già scritto sul nostro giornale di questa realtà.
Siamo giornalisti e capiamo subito che sono persone, italiane, in difficoltà e per dormire al caldo hanno scelto come riparo alcune stanze inutilizzate del nosocomio magentino.
D’accordo con Sabrina Spirolazzi, oggi avremmo dovuto fare un reportage sulla situazione. Volevamo farlo dal punto di vista umano, come abbiamo fatto altre volte col collega Masperi.
Sabrina, oggi verso le 19, per motivi personali si trovava nel pronto soccorso e ha scattato le foto che documentavano lo stato di abbandono di una coppia che dormiva nell’atrio. Ha postato le foto su Facebook scatenando un inferno.
Il vicesindaco Paolo Razzano, verso le 22 si è accorto della “denuncia” fotografica della Spirolazzi e si è immediatamente precipitato in ospedale a verificare la situazione. Io, che tranquillamente oziavo a casa, mi sono inorridito quando Razzano ha pubblicato nella discussione: “Sono qui in Pronto soccorso coi Carabinieri”.
Ci siamo chiesti: a fare cosa? Si accorge solo ora di questo problema? Cos’è, una gara?
Mi sono immediatamente precipitato all’ospedale per capire cosa stesse facendo Razzano. Sono arrivato un minuto prima dei Carabinieri. Mi hanno identificato quasi come se fossi io il problema, poi si sono diretti verso il Pronto Soccorso, dove hanno incontrato il vicesindaco e mi hanno chiesto di rispettare la privacy e chiedendomi se potevo allontanarmi, evitando di fare foto.
Questa privacy, mi sono chiesto centinaia di volte dove cominci e dove finisca (diritto di cronaca?), ma mi sono allontanato, anzi sono proprio uscito al freddo. Dopo circa un quarto d’ora, esposto al freddo e al forte vento, sono rientrato scusandomi.
Razzano, che stava parlottando coi Carabinieri, si è girato e la prima cosa che mi ha detto è stata “non rilascio nessuna dichiarazione e nemmeno una video intervista”. Cosa strana la “cosa” pubblica. Vedere un vicesindaco continuare a dire: “non bisogna violare la privacy, anche delle persone coinvolte” mi fa sorridere.
Io credo, purtroppo non ho potuto farlo, che le persone coinvolte, se trattate da esseri umani, ci avrebbero raccontato dei loro bisogni e magari anche il motivo per cui erano finite in disgrazia.
L’esuberanza della Spirolazzi e l’interventismo di Razzano, hanno fatto sì che per ora siano state identificate dai Carabinieri, secondo il vicesindaco chiamati dal personale ospedaliero e per stasera la storia finisce qui.
Dormiranno in ospedale per stanotte.
A me rimane il dubbio ‘amletico’: ma se sono mesi che sono li, proprio stasera il personale ospedaliero doveva chiamare i Carabinieri?
Mi resta il rammarico che “forzatamente” non ho potuto avvicinarmi a loro, conoscere chi erano, vedere se qualcuno dei nostri lettori, al posto di 1000 post su Facebook potesse realmente dare loro una mano.
Rifletto sulle parole di Razzano: “Non conoscevo questa situazione, quando ho visto le foto su Facebook, mi sono immediatamente precipitato a verificare la condizione di queste persone, non ho chiamato io i Carabinieri, è stato il personale infermieristico – continua – domani incontreremo il Direttore Sanitario e vedremo il da farsi, l’Ospedale non è di proprietà della città di Magenta per noi una struttura privata”.
Mi sembra quando aiutavo mia Mamma a fare i mestieri, per fare prima e andare a giocare, nascondevo la polvere sotto il tappeto.
Gireremo questo articolo al Direttore Sanitario, sperando che informi, non noi, ma chi ci legge, sulle sue decisioni a proposito e il vicesindaco, se non viola la privacy, almeno ci faccia conoscere i nomi di battesimo di queste persone e di cosa hanno realmente bisogno. Infine, cosa importantissima, la loro sorte.
Non essendo arrivati a Magenta in barca non hanno diritti?
NDR dedicata a molti politici, qui non esiste la destra o la sinistra, qui ci sono persone in difficoltà che vanno aiutate!