Una volta, tanti anni fa ho provato anch’io qualche esperienza di reportage di guerra.
Per fortuna (o sfortuna) ora faccio un giornalismo più “Casereccio”. Il Massimo che mi può capitare è andare a mangiare in qualche ristorante pubblicizzato ad arte da qualche mio collega “intenditore” e mi viene un forte mal di pancia.
Scherzi a parte, ho sdrammatizato un pochino, ma qui parliamo di colleghi, esposti in diversi fronti che per fare il loro mestiere (io ritengo questi giornalisti di seria A) rischiano e molte volte ci lasciano la pelle.
Come è giusto che sia, l’articolo si trova su Ossigeno per L’informazione e credo che Alberto Spampinato non me ne voglia, se lo allego qui sotto, faccio questo gesto per sensibilizzare i Lettori di CAM.
2016 Annus Horribilis. Battuto il record di giornalisti uccisi