Qual è l’aiuto che lo Stato Italiano fornisce ad un giovane che si vede la vita rovinata per colpe certo non sue? Parliamo, in questo caso, di una malattia rara. Una serie di patologie che si sono accanite su Giuseppe Giorgi di Busto Arsizio che da anni visita gli ospedali di tutto il nord Italia.
E’ stato anche a Magenta, ad Abbiategrasso, a Legnano, e presto verrà sottoposto ad un nuovo intervento a Varese. L’aiuto che viene fornito è prossimo allo zero. Giuseppe l’ho conosciuto per caso durante il ricovero di mia mamma ad Abbiategrasso nel 2015. Classe 1980, più giovane di me, mi ha raccontato il suo calvario. A volte è costretto a letto con delle crisi respiratorie che lo costringono a tenere l’ossigeno. Aveva un lavoro, ma adesso non ha più un’occupazione e dispone solo di un sussidio di disoccupazione che presto sparirà.
Quindi non avrà nessun reddito e con le spese da pagare non potrà certo continuare a fare affidamento sui genitori. “Sono in cerca di un’occupazione anche part time – ci dice – è necessaria per poter sopravvivere e non dipendere sempre dai miei”. Giuseppe è addetto alla manutenzione delle aree verdi, ha lavorato come operatore ecologico e come addetto all’assistenza delle persone anziane. Il suo appello è rivolto a chiunque possa prenderlo anche per qualche ora al giorno. Dire che la vita di Giuseppe è stata rovinata è dire poco. Bisogna solo provare cosa vuol dire girovagare, negli anni migliori della vita quando i tuoi coetanei sono sani, per gli ospedali. Ricoveri estenuanti, esami su esami e interventi dolorosi. Le domeniche trascorse tra le quattro mura di un ospedale sono massacranti. Ti logorano. Per una situazione che a volte migliora per poi peggiorare in un continuo altalenarsi tra ottimismo e pessimismo che crea angoscia e disperazione. Che qualcuno aiuti Giuseppe!