“I fatti, che ultimamente hanno avuto eco di cronaca, relativi alla condizione degli immigrati residenti presso la struttura Vincenziana di Magenta, necessitano, da parte della politica, una riflessione seria, ferma ed articolata.
l principio dell’accoglienza che è poi la solidarietà tra gli uomini che sostiene il significato della nostra vita autentica, noi non lo poniamo in discussione. Partendo da questa solidità, la cui pietra fondante è architrave del cristianesimo e della sua trasmissione nella politica sociale, dobbiamo articolare l’intervento solidale dentro un perimetro di regole chiare, precise e definite.
La comunità, chiamata con il proprio contributo economico al mantenimento degli esuli, deve essere informata, in modo ufficiale ed esplicito, di quanto accade e di come viene regolata la vita degli esuli all’interno dei luoghi prescelti dalle autorità statali.
La politica tutta, non solo i singoli partiti, deve ordinarsi nel chiedere che i gestori rispondano con concretezza riguardo la gestione dei siti rendicontando, in modo inequivoco, il conto economico capitolo per capitolo.
Troppo spesso abbiamo visto in televisione immagini (filmate in incognito) di luoghi talmente degradati da risultare quasi incredibili e comunque, di certo, intollerabili. Sia per la dignità dell’ospite che per la comunità italiana tutta che certo in quel degrado non si riconosce.
La quota pro capite che lo Stato investe per ogni richiedente asilo inserito all’interno di un luogo stabilito ex legge, non è affatto banale. 35 euro pro capite al giorno indicherebbero che una famiglia di quattro persone avrebbe a disposizione una provvista di 4.200 euro al mese. Sono poche le famiglie italiane che ne godono, e di certo non vivono in condizioni indegne anche con molto, molto, molto meno.
Quindi occorre che la politica obblighi, con lo strumento sostanziale della legge, una rigorosa rendicontazione del contributo e delle attività intraprese.
In efficace sintesi occorre, per un dovere di trasparenza e responsabilità, che il responsabile affidatario della struttura relazioni, con cadenza mensile, al sindaco, o suo delegato, e unitamente all’assemblea dei capigruppo dell’assemblea consiliare cittadina, riguardo il funzionamento della struttura, il sopralluogo della stessa aperto, in accompagnamento ai rappresentanti politici e delle stampa. Certo, perché la stampa, il cui dovere è informare, deve essere messa nella condizione di verificare, fare domande e ricevere risposte precise e concrete.
Siamo certi che l’intervento di trasparenza e responsabilità, che noi auspichiamo, porrebbe fine alle troppe opacità esistenti che vengono utilizzate a fini di demagogia politica.
Dobbiamo tutti ricostruire un sistema solidale che sia autentico nella sua definizione gestionale. Trattasi di danaro pubblico. Di quella res pubblica fondativa lo stato e, giustamente, il popolo pretende di essere informato