In questo libro MILANO. TRA REALTA’ E SOGNO Letizia Moratti (la sindaca che ha voluto l’Expo) ha risposto alle domande di Maria Luisa Agnese in un colloquio sui grandi temi che segneranno l’avvenire della megalopoli che, Milano, è intenta a diventare: una città metropolitana, un modello con otto milioni di abitanti, riscoprendo le tante linee di penetrazione radiale nel contado del tempo che fu. In tale direzione Milano può tracciare percorsi innovativi sulla strada dello sviluppo sostenibile, diventando un esempio per il mondo intero.
Questo il prologo del libro che continua elencando i tanti esempi positivi di rigenerazione del territorio avvenuti negli ultimi anni: l’area Garibaldi-Porta Nuova (nella foto, vista dal famedio), il piccolo HangarBicocca, Villa Scheibler, dimora quattrocentesca ora diventata ‘Casa delle Associazioni’, ma anche il recupero della Darsena e si sta parlando ora della riscoperta dei Navigli.
L’ex sindaco di Milano di centrodestra, che quest’anno ha ricevuto l’Ambrogino d’Oro con votazione unanime, ha continuato dicendo la sua su tutto, anche sulla metropolitana: linee distinte dai colori (Gialla, Rossa, Verde) e ha indicato il ‘lilla’ per la M5 (perché il fucsia proposto non le piaceva); poi i ‘raggi verdi’, grandi polmoni metropolitani fuoriporta dove si va in bicicletta; gli orti per anziani, quelli scolastici, tanti nuovi alberi che, oltretutto, migliorano la qualità dell’aria, ma anzitutto pulizia e ordine “perché è attraverso la bellezza che si arriva al rispetto della città”.
LA CONTAMINAZIONE, come caduta delle barriere culturali fra materie scientifiche e umanistiche, ha trovato a Milano terreno fertile. Così come l’integrazione tra arte e industria che arriva addirittura dal Rinascimento e da Leonardo che ha fatto i suoi studi ingegneristici proprio qui. “E’ la cultura che ha svolto un ruolo fondamentale per lo sviluppo del nostro paese – dice la Moratti – Cultura significa conservare l’identità della propria storia, per creare senso di appartenenza, per riflettere sul proprio passato e sul presente, proiettandosi nel futuro. Perché la cultura ha sempre un elemento visionario, di anticipazione del domani.”
I SINDACI MILANESI DALL’UNITA’ D’ITALIA. I sindaci che si sono succeduti dall’Unità d’Italia hanno fatto sicuramente fatto di più per Milano che lo Stato italiano.
Antonio Beretta ha avviato la nascita del trasporto pubblico e gettato le basi per la fondazione della Banca Popolare di Milano; a Giulio Belinzaghi si devono i primi esperimenti di illuminazione elettrica e la prima centrale elettrica (1883); Gaetano Negri fece il primo piano regolatore della città, tessuto misto, ma con le grandi industrie confinate in periferia; con Ettore Ponti nasce l’Istituto case popolari anche come risposta alla crescente immigrazione. Ponti dà seguito ad un progetto precedente di Giuseppe Mussi, istituendo l’Azienda elettrica milanese; Emanuele Greppi, nei primi anni del Novecento, incrementa l’edilizia scolastica e istituisce i Mercati generali.
Tutti i sindaci che si sono succeduti si sono impegnati nel campo dei servizi di pubblica utilità. Il socialista Emilio Caldara aumenta il sostegno ai ceti deboli, mentre Luigi Mangiagalli (1922-26) progetta l’Istituto nazionale dei tumori. Con Mangiagalli la città acquisisce i comuni limitrofi di Baggio, Affori, Crescenzago, Greco, Lambrate, Musocco, oggi quartieri milanesi.
Sotto i podestà vengono inaugurati la stazione centrale, il palazzo della Borsa, il palazzo di Giustizia e, in particolare, l’aeroporto Forlanini.
Nel dopoguerra, Antonio Greppi, riparte dalla cultura: ricostruisce La Scala, fonda il Piccolo Tetaro e realizza il QT8 un quartiere ideato al commissario della Triennale Piero Bottoni. Con Virgilio Ferrari Milano conquista il ruolo di centro di architettura moderna grazie alla realizzazione dei primi grattacieli: Pirelli, Torre Velasca, Torre Galfa. Inizia la realizzazione della metropolitana. Seguono i sindaci Gino Cassinis, Pietro Becalossi per poi arrivare a Aldo Aniasi e Carlo Tognoli. Quest’ultimo predispose un razionale piano dei trasporti che prevede la terza linea della metropolitana, il passante ferroviario, la pedonalizzazione del centro attraverso un referendum: da piazza Duomo e corso Vittorio Emanuele. Fu il primo sindaco a sostenere il sistema moda che stava nascendo.
IL SOGNO FUTURO. “Mi piacerebbe che Milano – per le sue qualità intrinseche – diventasse la capitale dell’innovazione, mettendo a sistema tutte le sue straordinarie realtà scientifiche e tecnologiche, universitarie, imprenditoriali e finanziarie, che diventasse una Silicon Valley italiana, focalizzata sui temi della qualità della vita e della sostenibilità (…) Mi piacerebbe una Milano dove tornino a volare le farfalle …)”
FOTO in evidenza: Milano lo sky-line di Porta Nuova visto dal famedio; 2 – La copertina del libro; 3 – 1 – Letizia Moratti con il padre Paolo Brichetto Arnaboldi (+2013) durante la manifestazione del XXV aprile 2006 a Milano. Era lì come combattente per la Libertà nell’organizzazione ‘Franchi’ di Edoardo Sogno, una formazione partigiana moderata e liberale. Nonostante la sua storia (catturato dalla Gestapo e finito a Dachau) padre e figlia durante il corteo furono violentemente contestati da gruppi di facinorosi, in linea con quel conformismo di sinistra che predica ancora oggi che la ‘guerra di liberazione’ è ‘cosa loro’.