“In questi dieci anni la sensibilità dei datori di lavoro è cresciuta in modo significativa, tuttavia, c’è ancora molto da fare per sviluppare un’autentica corresponsabilità che coinvolga anche il lavoratore in questo percorso”.
Maria Luisa Di Prisco è da dieci anni a questa parte la responsabile del Servizio di Medicina del Lavoro del Poliambulatorio Santa Crescenzia. Un servizio strategico per promuovere la salute e la prevenzione delle realtà produttive e industriali presenti sul nostro territorio.
“Il ruolo del Medico del Lavoro – spiega la dott.ssa Di Prisco – è sempre più centrale, in quanto, occorre conoscere appieno tutto il ciclo produttivo (vd. Il decreto ’81 che ha modificato la ‘vecchia’ 626) dell’azienda. Dunque, si tratta di coniugare gli aspetti più tecnici con quelli clinici”.
In questa prospettiva, il Medico del Lavoro è a tutti gli effetti un “consulente a trecentosessanta gradi” per l’imprenditore.
“A questo proposito – rimarca la Di Prisco – al Santa Crescenzia, abbiamo compreso fin dall’inizio la necessità di offrire un’assistenza qualificata e ad hoc, per le singole situazioni. C’è il rischio, infatti, di interpretare la medicina del lavoro in modo standardizzato, trasformandola in un vero e proprio ‘visitificio’. Cosa che qui fin dall’inizio abbiamo evitato decisamente”.
In questo senso, strutture come il Poliambulatorio magentino, possono molto nel fare crescere quella “consapevolezza” che, come detto, ci deve essere da entrambe le parti. “Non di rado – rivela la professionista – ho a che fare con imprenditori che mi dicono di mettere puntualmente a disposizione dei loro collaboratori i dispositivi di sicurezza, ma poi non sempre questi ultimi li indossano”.
Quella della Medicina del Lavoro, è un’attività oltre che continuativa anche di “squadra”. “In questo – sottolinea la specialista – emerge il valore aggiunto di poter lavorare all’interno di una realtà come quella del Santa Crescenzia, dove grazie ad un lavoro di staff, si può contare sulla presenza simultanea di più professionisti operanti nelle differenti branche della medicina (ortopedia, urologia, oculistica, otorinolaringoiatria, neurologia, chirurgia della mano, ect.)”.
“E’ questo un aspetto rilevante, in quanto, il datore di lavoro pur avendo un unico interlocutore, ha garantita una risposta articolata e completa per ciascun suo dipendente”.
“In ultima analisi, esempi come quello del Santa Crescenzia, consentono ad un territorio come quello dell’ovest Milanese, già piuttosto evoluto nel campo della sicurezza sul lavoro, di poter fare un ulteriore passo in avanti. La promozione della salute accanto alla cultura della formazione – conclude la dott.ssa Di Prisco – è essenziale non solo nella prevenzione degli infortuni, ma anche per evitare lo sviluppo di malattie professionali, che possono avere ricadute in termini di costi sociali davvero notevoli”.