Continua la nostra storia delle Vie turbighesi (38-41)
38 – CONI ZUGNA (Via)
Fu il podestà Carnevali che – con delibera n. 72 del 14 dicembre 1935 – denominò con il nome di un monte del Trentino il “tratto di strada che da via Al Palazzo conduce alla Via Volta”. Tale monte, durante la prima guerra mondiale, fu teatro di aspri combattimenti tra l’esercito italiano e austro-ungarico.
E’ una presenza antica che, un tempo, costeggiava il Naviglio Grande e, nel 1956, fu interrott dalla criconvallazione e la cascina Zugna – che si trovava sul tracciato – fu demolita. Nel 1930, durante la costruzione della casa di Pierina Bonza, fu rinvenuta una tomba romana, detta del Vignòo. Il primo sopralluogo lo fece il dottor Aimone e conteneva fibule, monili, e – ci dissero – anche orecchini in oro. La tomba è stata documentata dal Sutermaister nei suoi Mastrini e fino a poco tempo fa c’era ancora la beola che ricopriva la tomba scomparsa a seguito di un recente intervento edilizio.
39 – CONVENTO DEGLI AGOSTINIANI SCALZI 1635-1805 (piazzetta)
Con delibera n. 204 del 10 dicembre 2010 la Giunta Municipale ha denominato la piazzetta posta all’incrocio tra Via Pasubio e Via Col di Lana. Una targa turistico-storica (non ancora posata) dovrebbe avere il compito di ricordare il convento, costruito nel Seicento per volontà testamentaria del cardinale Flamio Piatti.
40 – CORRIDONI FILIPPO (Via)
Collega la Via Cotonificio Valle Ticino alla Via Europa. Il 23 ottobre 1935 – XIV E.F. fu inaugurato il monumento a Filippo Corridoni a Corridonia (Macerata) e nell’occasione furono dedicate molte Vie in tutt’Italia. Anche a Turbigo, l’allora podestà Carnevali – con delibera n. 72 del 14 dicembre 1935 – sentì il dovere di denominare una Via all’eroe della Grande Guerra, morto in combattimento. Così la delibera: “Tratto di strada che dall’incrocio di Via Cotonificio con Via S. Michele sul Carso prosegue verso la campagna, dopo il muretto di cinta del Cotonificio”.
Come si evince dallo scritto del podestà Carnevali, al tempo della denominazione, la Via era una stradella di campagna che portava alla riva sinistra del Naviglio Grande dov’era collocata una fermata del Barchett che scendeva a Milano.
Negli Anni Cinquanta la Via ha assunto un aspetto squisitamente residenziale che ha la sua ‘testa’ nella Casa di Riposo S. Edoardo (oggi privata), fondata nel 1953 da monsignor Riboni, allora parroco di Turbigo. Su uno spiazzo (probabilmente pubblico, ma non ne abbiamo certezza), all’incrocio fra Via Corridoni e Via Marconi, trovarono spazio – fino a qualche decennio fa – i ‘Baracconi’ e le ‘Giostre’, prima della loro collocazione in quella che fu la ‘piazza Mercato’ ed oggi, invece, vengono collocati in piazza Madonna della Luna. Sembra che non cambi niente, ma cambia tutto in ogni secondo.
Oggi la Via Corridoni rappresenta una delle diramazioni (raggi) più importanti del paese in quanto attraverso le Vie Europa-Corridoni conduce alla “bretella” di Robecchetto sulla quale circolano i mezzi pesanti diretti in Dogana turbighese.
41 – CORTE NOBILE (Via)
Collega la Via XXV aprile alla Via Trieste. Il podestà Carnevali, nel 1932, quando la Regia Sovrintendeza dell’Arte Medioevale e Moderna delle Provincie Lombarde, chiese lumi sulla denominazione di questa Via rispose che sia la via Corte Nobile che il vicolo portavano “”ad una corte antica, detta dei “’Nobili’ a ricordare che colà abitava la famiglia Piatti, il cui cardinale venne ricordato con altra denominazione nella zona Arbusta”.
E’ un vero peccato che la ‘Corte Nobile’ non abbia avuto, nei secoli, quel ‘rispetto’ che un tale monumento meritava. Sì, ’monumento’, perché così è chiamata sulla lapide in marmo di Candoglia, ancora esistente, che dice chiaramente che fu realizzata da Ludovico Piatti nel 1520 (gli affreschi ancora visibili lo documentano). Ma chi era Ludovico Piatti? Era uno dei tre fratelli figli di Ambrogio (gli altri due si chiamavano Martino e Baldassare) dal quale proviene quel cardinale Flaminio Piatti che, per sua volontà testamentaria – nel primo Seicento – furono costruiti sia il convento degli Agostiniani Scalzi sia la chiesa dei SS. Cosma e Damiano.
FOTO Un pregevole capitello del primo Cinquecento della ‘Corte Nobile’ rimasto miracolosamente intatto dopo cinque secoli…Vedere per credere!