Esiste dall’inizio degli anni ’80 il complesso Aler di via Toti a Magenta. Erano gli anni del boom economico, della forte immigrazione dal meridione e della necessità di costruire case a prezzo agevolato per tutti. Oggi quel complesso Aler, di fronte alla linea ferroviaria Milano Torino, è ridotto in condizioni di degrado spaventose. Si sale la rampa che porta all’ultimo piano e si trovano pezzi di bicicletta e rifiuti buttati in giro. Si osservano i balconi.
Alcuni vengono usati come deposito di rifiuti. Fanno parte delle cosiddette case di nessuno. Quelle che non vengono assegnate da Aler e che sono preda degli abusivi. Soltanto pochi giorni fa una giovanissima famiglia composta da mamma di 20 anni, il compagno di 23 e il loro bimbo di sei mesi ha dovuto lasciare l’appartamento al civico 117. Si erano introdotti in quella casa tre mesi fa, ma sono stati costretti a lasciarla. “Prima che occupassero quella casa li ho ospitati nella mia – commenta Pasquale Deiana – In condizioni invivibili perché non si poteva certo andare avanti in quel modo. Mia figlia e il loro bimbo in una cameretta piccolissima, impossibile anche pensarlo”.
Deiana è uno dei primissimi inquilini che arrivarono a Magenta per abitare in una casa popolare. Ci parla di un affitto esagerato che non riesce a saldare da un anno. “Con la pensione che prendo non posso farcela”, aggiunge. I muri sono scrostati, camminando lungo i corridoi che attraversano gli appartamenti si rischia di inciampare perché c’è sempre qualche mattonella sporgente. E nessuno sistema. E’ così da anni. Manutenzioni rarissime e insufficienti. A volte le schegge delle mattonelle si staccano dai balconi. “C’è anche il rischio che colpiscano qualcuno”, commenta un altro residente. Servirebbero interventi importanti e costosi. Forse impossibili da realizzare. Il problema degli abusivi è solo uno tra i tanti. Il vice sindaco e assessore alla Sicurezza Paolo Razzano in merito al recente episodio accaduto alle Aler di via Toti ha commentato: “Nessuno a Magenta dovrà rimanere senza casa, ma le situazioni di illegalità andranno sempre combattute”. La casa è un problema, specie se non si ha un reddito fisso e ci sono bimbi da mantenere. Non è un caso che soltanto tre anni fa il consigliere comunale Manuel Vulcano scelse le Aler di via Toti per girare il suo cortometraggio. Quasi prevedendo un futuro sempre più nero la trama parlava di una mamma che perdeva il suo bambino e, nel frattempo, riceveva la lettera di sfratto da Aler. Per cercare di uscire da una situazione drammatica alcuni scelsero la strada, sbagliata, dell’illegalità. Una scena inventata, certo. Ma che rispecchiava la realtà.
Oggi in mezzo a tanti disagi c’è però spazio anche per la solidarietà. Ce la racconta Lucia, una donna di 83 anni che vive sola in un appartamento Aler. “Mi trovo bene – dice – C’è sempre qualcuno pronto ad aiutarmi e a darmi una mano quando sono in difficoltà”.