TURBIGO – Nella montagna di carte che siamo intenti a portare all’ecocentro abbiamo rinvenuto un atto notarile curioso, del 1878, (1) che parla della ‘bòzza’ d’acqua esistente in quella che oggi si chiama piazza San Francesco, appunto una ‘piscina’ utilizzata per abbeverare le bestie, ma anche come riserva d’acqua in caso d’incendio.
Sostanzialmente la bòzza d’acqua era una buca dove veniva convogliata l’acqua piovana: quando asciugava il terriccio seccava e diventava impermeabile in modo tale che la successiva acqua si potesse raccogliere.
La nostra bòzza d’acqua, quindi, era una risorsa per il ‘Turbigh in Su’ (anche perché il Turbigh in Giò aveva il Naviglio) ed era posta tra la ‘strada provinciale interna di Turbigo da Castano a Novara’ e la ‘strada ? del signor Tatti’. Ciò risulta dalla mappa allegata all’atto di compravendita (citato non nota, del 1878) dello stabile posto ad angolo tra le attuali Vie XXV aprile e Cotonificio Valle Ticino che vede come attori Mariella Lualdi maritata Tabozzi (compratrice) e Maria Antongini minorenne, rappresentata dalla madre, Lucia Leardi vedova Antongini (quest’ultima casata bergamasca, al tempo, possedeva anche il castello), intenta a disfarsi delle proprietà turbighesi.
L’intenzione di vendere era sorta dall’incendio avvenuto nel 1877 che aveva praticamente raso al suolo alcuni fabbricati della casa colonica detta ‘del Fabbro’ (indicata nella mappa, a sx) con annesso terreno coltivo di compendio, facente parte del tenimento Antongini, della superficie di circa cinque pertiche, avente le seguenti coerenze: “a levante, casa e orto alias proprietà Tatti; a mezzodì il residuo campo ‘trebiano’ e Vignolo di proprietà della venditrice Antongini; a ponente, la strada consortiva con diritto di accesso essendo al di qua bòzza d’acqua compresa: a tramontana strada interna di Turbigo”.
All’inizio del Novecento le bòzze d’acqua vennero chiuse per motivi d’igiene e vennero sostituite con degli abbeveratoi alimentati dai nascenti acquedotti.
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1 – Non ricordo più chi mi diede, una trentina di anni fa, l’atto di compravendita di stabile in Turbigo fra Marietta Lualdi, maritata Tabozzi e Maria Antongini, minorenne, rappresentata dalla madre Lucia Leardi, vedova Antongini, coll’assenso del Regio Tribunale di Milano. Atto 211/97 del Repertorio, anno 1878, rogato dal notaio Benigno Vassalli di vivente Filippo, notaro, residente in Castelnuovo bocca d’Adda, inscritto presso il Consiglio Notarile del distretto di Lodi con facoltà di rogito nel distretto di Milano.