Sono stati cinquanta i partecipanti al corso di orticoltura che si è appena concluso a Bernate Ticino. Un corso che ha trovato la pronta risposta da parte del sindaco Osvaldo Chiaramonte. Quest’ultimo tra i partecipanti al corso che lunedì sera hanno ricevuto l’attestato.
“Abbiamo trovato un riscontro formidabile da parte dei bernatesi e anche di alcuni residenti di paesi vicini – commenta il primo cittadino – le lezioni si sono tenute presso il centro pensionati della frazione di Casate dove si sono svolte le cinque sessioni. Hanno partecipato sia coloro che, essendo alle prime armi, desideravano imparare a coltivare la terra producendo frutta e verdura in proprio, sia coloro che, già capaci, hanno affinato le loro tecniche”. Il sindaco però non si ferma alla parte teorica, ma è intenzionato a mettere a disposizione un appezzamento per consentire di realizzare i cosiddetti orti condivisi. L’idea è quella di utilizzare il terreno di via San Giorgio, lungo la stradina sterrata che porta a Castelletto di Cuggiono, confiscato alla ‘ndrangheta.
Una parte di questo terreno dovrebbe essere concessa al comune di Bernate Ticino. Una ex discarica che dovrà, necessariamente, essere bonificata se la si vorrà trasformare in un terreno da coltivare. Sui tempi e modi in cui questo avverrà, purtroppo, c’è ancora incertezza. La storia ci porta indietro di qualche anno quando nel podere di Leonardo Prestia si cominciò a scavare perché, grazie al contributo di due pentiti, si scoprì che in mezzo a tante ossa di animali macellati abusivamente c’erano anche resti umani. Vendette di ‘ndrangheta di cosche che volevano rendersi autonome rispetto alle terra di origine calabrese. Un luogo in cui l’omertà regnava sovrana. Dove nessuno sospettava di nulla. Un luogo dove si sono consumati atroci delitti all’interno di un paesaggio meraviglioso, tra antichi cascinali e il Naviglio Grande. Le lungaggini burocratiche ancora non consentono di poter finalmente far rinascere quella terra. Ma il sindaco Chiaramonte è fiducioso che tutto si potrà risolvere al più presto. E su quello che era il cimitero della ‘ndrangheta i bernatesi potranno coltivare il loro orto.