Se tutti, in una competizione dura come l’Hand Bike, possono a ragione essere considerati vincitori è giusto dare il merito a chi ha tenuto una media elevatissima per oltre un’ora.
Lo abbiamo intervistato subito dopo la conclusione della prima tappa del Giro d’Italia disputatasi questa mattina a Magenta. Non appariva affatto stanco Giovanni Achenza, originario della Sardegna e residente a Riccione per impegni sportivi.
Certo perché Giovanni è un atleta di livello mondiale. Uno che si allena duramente tutti i giorni. Classe 1971 la sua vita è cambiata dopo un incidente sul lavoro all’età di 32 anni. Ma la rinascita è avvenuta grazie allo sport. Giovanni ha scoperto la Hand Bike e poi quella che è la sua specialità, il paratriatlhon. Disciplina che gli sta dando enormi soddisfazioni tanto da avere ottenuto un bronzo alle paralimpiadi di Rio. “Questa gara a Magenta mi serviva come test, per vedere in quali condizioni mi trovo”, ci dice appena arrivato. Sorride e stringe la mano ai tanti che si vogliono complimentare con lui e agli avversari amici. E quali sono le tue condizioni Giovanni?: “Buone, devo dire che sono riuscito a tenere un ottimo ritmo per tuta la corsa. Più di 36 all’ora di media su un percorso particolarmente difficoltoso con molte asperità”. Lo abbiamo visto sfrecciare più volte al passaggio di via Crivelli con la maglia tricolore.
Per diversi anni è stato campione italiano di Hand Bike ed ora una nuova avventura con il paratriathlon come ci spiega lui stesso in questa intervista.