Continua la nostra ‘Storia delle Vie turbighesi con la Via Fredda’, questa volta vista con l’occhio di Adriano Azzimonti, capostazione delle Ferrovie Nord, assessore ai Lavori Pubblici nelle amministrazioni Paratico (1960-1975), che dieci anni fa, dopo averlo interpellato su una questione che ci stava a cuore, si mise a descrivere la Via nella quale aveva sempre vissuto.
60 – FREDDA (Via)
L’antica contrada collega la Via Matteotti con la Via Volta. Già documentata nel Seicento, nel 1932 il podestà Carnevali voleva cambiarne la denominazione in Via Roma. Nell’occasione la Regia Soprintendenza d’Arte Medievale e Moderna delle Province Lombarde, chiese lumi sull’antica denominazione e la seguente fu la risposta: “Ha la sua origine in una corrente d’aria fredda che alla sera passa per la Via stessa, proveniente da Levante. Infatti, in qualunque stagione dell’anno, per la sua posizione, detta strada presenta questa particolarità, che è nota a tutto il paese”.
Adriano Azzimonti è il primo a sinistra nella foto qui pubblicata e, dieci anni fa, ci raccontò com’era il primo tratto della via Fredda (dalla chiesa al Via San Vincenzo) all’inizio del Novecento e chi ci aveva vissuto…Ai suoi ricordi abbiamo aggiunto i nostri.
Partendo dalla chiesa dei SS. Cosma e Damiano e andando verso l’Asilo Infantile, sulla destra c’era l’Osteria dei Bush (Cavaiani): un figlio dell’oste faceva il calzolaio, ma suonava anche il violino. Si ricorda ancora che i vicini andavano a prendere il brodo dei salamini (che venivano fatti bollire per i clienti dell’osteria) per rendere più saporosa la minestra. Poi si insediarono i Marcoli, i genitori del grande Raffaele, il negozio di ciclista…;
Il cortile dei Bush. Oltre all’osteria, anche il cortile era detto dei Bush, una parte del quale divenne Brusatori, poi Rognoni, dal quale nel 1971 acquistò Defendente Brignoli. Ha abitato in Via Fredda 4, in questa parte del cortile, Almasio Maria Gaetana (maritata Enrico Brusatori) nata il 14 marzo 1885 a Trecate, ostetrica titolare in servizio presso il Consorzio Turbigo-Nosate dal 22 aprile 1917 al 1° febbraio 1947. Gli ultimi bambini che ha fatto nascere la levatrice Almasio oggi hanno settant’anni;
Il cortile del Magrascena. Il cortile dei Bush, era diacente al cortile del Magrascena (soprannome che voleva dire “una cena di poco conto”) di cognome Brusatori, proprietari dell’officina in via S. Vincenzo dove fabbricavano idranti. Si dice che il fondatore fosse stato aiutato dal senatore Treccani (allora proprietario della Valle Ticino) a impiantare la fabbrica che è stata chiusa una ventina di anni fa e sulla cui area – adiacente al ‘Manicomio’ – è stato innalzato un condominio;
La proprietà Franceschini. La cürt dal Magrascena era adiacente alla grande proprietà Franceschini (antica proprietà Pozzi) ed era costituita da due vasti cortili con pozzo (ci abitavano i Violi, i Vanoli, i Marcoli, Giuan Feudo Farè, Ravasi, Gino Strascè, la Giannina ‘Mochetta’, Scotti…);
La cürt dei Baga. Proseguendo lungo la strada, sempre sulla destra verso l’Asilo, si trovava la cürt dei Baga detti Lotirò (due famiglie numerose di gente dei boschi che predisponevano dei lotti di legname da vendersi, da qui il soprannome), una proprietà questa che finì ai Cormanni;
La Via Paolo Tatti. Fu aperta verso la Via Fredda agli inizi degli anni Sessanta del secolo scorso. Prima di allora, proseguendo lungo la via Fredda, si incontrava la casa dei Braga (emigrati in America), la quale confinava con la Resiga (falegnameria), poi c’era un tabaccaio (licenza Carlo Azzimonti che fu venduta a Sartorelli nel 1937), e, infine – d’angolo con la via S. Vincenzo – il panificio Croci (Lignett), poi diventato pasticceria Bazzi, oggi elettricista ‘Grassi’;
Al Crist. Cristoforo Colombo, detto Al Crist, divenne famoso in paese perché aveva giocato nell’Unione Sportiva Turbighese ai tempi d’oro. Faceva il macellaio e aveva la bottega di salumeria angolo via S. Vincenzo-Via Fredda, di fronte all’attuale negozio del Grassi elettricista. La casa del Crist è stata recentemente ristrutturata.
Partendo sempre dalla chiesa dei SS. Cosma e Damiano, verso l’Asilo, sulla sinistra, angolo Via Fredda-Via Volta, c’erano:
L’Isidor, al legnamè. La parte sinistra della via Fredda iniziava con l’Isidor (Bianchi, falegname) il quale aveva tre sorelle. La falegnameria aveva ancora la ‘rizzada’ come pavimento e tutti gli utensili da lavoro furono ritirati dall’architetto Angelo Vittorio Mira Bonomi quando ha “rifatto” magistralmente l’angolo, realizzando il ‘pendant’ con il sagrato della chiesa. Successivamente, nei locali che si aprivano sulla piazzetta, si insediarono la cartoleria Gualdoni (oggi c’è un negozio Nonsolopane) e l’Ina Assicurazioni;
La cürt di Pimpulla. L’Isidor era adiacente al caseggiato Pastori (soprannominati Pinpulla). Il complesso è stato recentemente ristrutturato in quanto i due fratelli Pastori (uno imbianchino, l’altro dipendente Enel) non si erano mai sposati per cui la proprietà è finita ai nipoti che l’hanno venduta ad una ditta edile (Maltagliati);
Proprietà Nava-Badini. Alla corte dei Pastori era adiacente la proprietà Nava-Badini (dove un tempo c’era un negozio di zoccole). Seguiva la proprietà parrocchiale dove, negli anni Sessanta del secolo scorso, è stata innalzata, per volontà di don Lino Beretta, la ‘Casa del Giovane’;
La proprietà parrocchiale. Prima della ‘Casa del Giovane’, la proprietà parrocchiale comprendeva la cürt dei Carrettoni (stalle davanti e abitazioni dietro) e, dopo, l’Oratorio, innalzato all’inizio del Novecento con teatro e palcoscenico. Della primitiva ‘Casa del Giovane’ è rimasto solamente il gioco delle bocce. Buona parte dell’edificio, a pian terreno, è stato affittato come Ufficio Postale, mentre i locali superiori sono occupati da ‘La Salute’;
Proprietà Cerutti-De Marchi. Al tempo, adiacente alla proprietà parrocchiale c’era un appezzamento di terreno di proprietà Luca Cormanni, venduto in seguito ai Cerutti (stabilimento Spugne, dismesso) e ai Torno-De Marchi. Questi ultimi, negli anni Settanta, vi hanno costruito la propria abitazione, poi venduta e ristrutturata e, attualmente, disabitata;
Antica proprietà Quintino Sainaghi. Adiacente ai De Marchi, oggi, c’è l’abitazione di Gilberto Azzimonti (antica proprietà Quintino Sainaghi, passata ad Adriano Azzimonti, padre di Gilberto) che, all’inizio del Novecento, arrivava fino alla via Patrioti (in anni recenti la casa angolo Via Fredda-Via Patrioti è stata acquistata da pakistani);
La cürt di Magiara. Dall’altro lato della via Patrioti, partiva la cürt di Magiara (Seratoni dei quali qualche avo deve essere andato in Ungheria per avere un tale soprannome!). Il papà Seratoni mandava avanti l’osteria, poi diventato ‘Bar Rafa’(sulle cui orme si è insediato nel 2004 Nonsolocaffè, mentre oggi è bar Z12), mentre il figlio Enrico faceva il macellaio sin dall’inizio del Novecento, attività poi portata avanti dal Carlo macellar.
Bar ‘Rafael’ e panificio ‘Scursona’ . Dopo l’osteria di Magiara (poi diventato Rafael) c’era il fruttivendolo Manuel (nell’attuale via Fredda 21, oggi abitazione privata), area in seguito occupata dal panificio ‘Scursoni’ che vi aveva costruito un grande forno in cemento armato. La ‘Scursona’ faceva la brusèla (pane cotto con fichi e uva), una focaccia di moda nel secondo dopoguerra quando il negozio visse la sua età dell’oro. L’attuale via privata G. D’Annunzio non esisteva (e tanto meno la fila di condomini realizzati negli anni Settanta del secolo scorso): era parte del giardino del ragioner Toselli.
Più avanti – nella seconda parte della Via, non descritta dal Nostro interlocutore – c’era l’Osteria del Manaa, di fronte alla ex lavanderia Gulli, che aveva il ‘Verticale’ e il Visciorin (l’oste) raccoglieva anche gli stracci. Dei tanti negozi di un tempo, resistono, lungo la Via Fredda, la ‘Tabaccheria-Edicola Sartorelli’ che quest’anno compie l’ottantesimo, l’elettricista Grassi e pochi altri.
FOTO La Via Fredda vista dal campanile della chiesa dei SS. Cosma e Damiano; Foto della famiglia Azzimonti, recentemente pubblicata su Fb dal nipote Carlo, in cui si riconosce – primo a sinistra seduto – Adriano Azzimonti che – dieci anni fa – ci parlò della Via Fredda, sottolineando come la storia della Via fosse strettamente legata alle persone che ci abitarono, creando stratificazioni tali da renderla un unicum all’interno del paese.