Una tartaruga che cammina tranquillamente lungo la strada che collega la frazione robecchese di Carpenzago a quella magentina di Pontevecchio. Forse scappata o forse lasciata da qualcuno, impossibile saperlo. Fortunatamente è stata ritrovata dai volontari Guardie Ambientali e Zoofile. Si trattava di un carapace di circa trenta centimetri per il quale i volontari hanno provveduto a cercare la sistemazione adeguata. Cosa che non si è rivelata affatto semplice.
Impossibile consegnarla al Parco del Ticino, le vie possibili da seguire erano quelle di portare l’animale in uno dei parchi della zona. L’Arcadia di Bareggio, quello di Corbetta oppure l’oasi del WWF di Vanzago. Ma anche questa strada si è rivelata senza uscita. La povera tartaruga, all’apparenza innocua, appartiene ad una specie pericolosa che rischierebbe, una volta introdotta in un certo habitat, di danneggiare gli altri animali già esistenti. La Polizia locale di Magenta ha indirizzato così i volontari verso il Corpo Forestale dello Stato, oggi accorpato all’Arma dei Carabinieri. La tartaruga, alla fine, è stata presa in consegna dai militari.
Dove finirà? Certamente lontano da qui, dove non esistono parchi disposti a tenerla. Il problema di queste tartarughe d’acqua dolce esiste da tempo. Acquistate nelle fiere quando sono minuscoli animaletti col trascorrere degli anni diventano sempre più grosse e voraci. Necessitano di spazi adeguati, di un laghetto dove poter nuotare perché trascorrono la maggior parte della loro vita in acqua. E non richiedono coccole come gli animali domestici. Il rischio è che dopo averle acquistate vengano abbandonate nei canali con tutti i pericoli che ne conseguono.