Ormai Facebook è il giornale online più letto. Ci Siamo permessi di “copiare” il Post che l’Ex Sindaco di Magenta Giuliana Labria ha postato sulla sua pagina. Tra tutti quelli apparsi sulla vicenda Ex Saffa è quello più vicino al nostro pensiero, un operazione cosi vasta richiede tanti tanti soldi, chi li metterà.
Nel finale del Post la Labria scrive: “Guai se la politica perdesse la “visione”, la dimensione del sogno. Però i sogni sono belli se ed in quanto abbiano almeno un minimo potenziale di attuazione. E Magenta, in questo momento, ha bisogno di un bel bagno di realismo“. Noi di Cam che tutti i giorni riceviamo telefonate da chi ha bisogno e non solo di Magenta, ci auguriamo che nessuno abbia perso il realismo in questa vicenda. Ricordo agli attori in campo che, molti di quelli che ci chiedono aiuto sono ex dipendenti della Saffa che per motivi vari, in questo momento non hanno lavoro.
Lintero Post di Giuliana Labria: “Tra pregiudiziale scetticismo e ingenua creduloneria penso che il punto di equilibrio sia la ragionevole curiosità. Pertanto, all’annuncio, da parte dell’amministrazione comunale, della “svolta storica” sulle aree ex Saffa ed ex Novaceta, guarda caso, proprio a ridosso delle elezioni, è legittimo fare, e doveroso rispondere, ad una semplice domanda : esiste un piano finanziario sufficientemente dettagliato con cifre e nomi degli investitori, finanziatori, e garanti, oltre che degli operatori ? Se esiste, allora si può entrare nel merito. Se no, ogni cittadino potrà legittimamamente pensare che si tratta di una semplice trovata pre elettorale, con una credibilità pari a zero.
Dire che verrà presentato un “progetto” non significa niente. Gli archivi comunali di tutta Italia sono pieni di “protocolli d’intesa” “progetti di fattibilità” “dichiarazioni d’intenti” , divenuti carta straccia il giorno successivo alle elezioni.
In operazioni delicate come queste contano, parliamoci chiaro, i soldi, molti soldi. E avere la certezza di chi ce li mette. Tantissimi ne servono, solo per la bonifica delle aree. E quindi di quanto dovrebbe “rientrare” un investitore perché il suo investimento sia produttivo ? Di questo bisognerebbe parlare e informare i cittadini, piuttosto che “verrà il Museo Tale o l’impresa Talaltra”. Guai se la politica perdesse la “visione”, la dimensione del sogno. Però i sogni sono belli se ed in quanto abbiano almeno un minimo potenziale di attuazione. E Magenta, in questo momento, ha bisogno di un bel bagno di realismo“.