Sgomento e incredulità in via Cesare Battisti a Magenta per la morte di Pietro Bello. Di lui non si avevano notizie dallo scorso 30 aprile, una domenica. Verso le 16 di quel giorno aveva lasciato la sua abitazione magentina senza più farvi rientro. Venerdì sera la scoperta del suo cadavere ha chiarito ogni dubbio. Non si era allontanato volontariamente. Ma si era recato a Valle Mosso, nel biellese, per incontrare un conoscente con il quale avrebbe avuto una violenta discussione sfociata in tragedia.
Tutto è nato quasi per caso, da un controllo dei carabinieri sull’auto di Bello, ritrovata davanti all’ex cinema di Valle Mosso, e dalla conseguente irruzione dei militari di Biella nell’abitazione di Cristian Angileri, 40enne del posto con precedenti di polizia. E’ nell’abitazione del 40enne che i militari hanno fatto la macabra scoperta del cadavere del magentino avvolto in un telo. Nessun colpo d’arma da fuoco o ferita da taglio sul suo corpo. Forse la lite è degenerata e, senza volerlo, Angileri, ne avrebbe causato la morte. Sarà l’autopsia a chiarire ogni dubbio e a stabilire le cause e l’ora del decesso. Ora a Magenta è il momento del dolore. La mamma Michelina non sa darsi pace. Affranta dalla morte del suoi unico figlio non riesce a capacitarsi di corsa possa essere accaduto. Vive vicino al figlio, nello stesso cortile di via Cesare Battisti. Una vita fatta di sacrifici quella di Pietro Bello. Emigrato a Londra dove ha conosciuto la moglie Graziella dalla quale ha avuto un figlio, oggi trentenne che si è sposato lo scorso anno.
E’ rientrato a Magenta dove ha lavorato nello storico stabilimento della Novaceta per poi passare all’impresa di pulizie della moglie. Ad un certo punto la sfortuna si è accanita su di lui. Cadendo da un’impalcatura si è lesionato alcune vertebre e da allora cammina con l’uso delle stampelle. “Questo però non gli ha impedito di avere una vita attiva – dicono di lui – era un uomo pieno di energie e sempre in movimento”. Nessuno ha mai sentito nominare Cristian Angileri o Valle Mosso. Nemmeno l’amico Andrea Salvini che fa il giostraio e vive in Toscana. Anche lui si era prodigato nel dare una mano alle famiglie per le ricerche, prima che si rivolgessero alla trasmissione Chi l’ha visto?. “Non ho proprio idea di chi possa essere questa persona”, ha detto. Tra qualche giorno Pietro Bello si sarebbe dovuto recare proprio in Toscana, dall’amico giostraio. Mestiere che ultimamente svolgeva anche lui. L’epilogo tragico di questa vicenda ha lasciato un alone di mistero che i parenti si augurano venga al più presto sciolto. “Non meritava questa fine Pietro – dice la mamma – era una persona buona, un uomo pieno di vita”.