Si è avvalso della facoltà di non rispondere Cristian Angileri interrogato questa mattina dal Gip preso il tribunale di Biella. Rinchiuso nella casa circondariale di Biella è accusato di omicidio preterintenzionale, ovvero di avere causato senza volerlo, la morte del magentino Pietro Bello. “In questo momento preferiamo non aggiungere altro – ha spiegato il legale del 39enne operatore ecologico, l’avvocato Andrea Delmastro – anche perchè si stanno svolgendo accertamenti importanti per chiarire quanto è successo”.
Uno di tali accertamenti riguarda la perizia medico legale, il cui incarico verrà conferito domani dalla Procura biellese. Perizia che dovrà chiarire il momento e le cause del decesso. Anche se si ipotizza che la morte di Bello sia avvenuta nella tarda serata di domenica 28 aprile, il giorno stesso della scomprsa. Verso le 16 di quel giorno Bello ha lasciato Magenta alla volta di Valle Mosso. Ha parcheggiato la sua Chevrolet vicino all’ex cinema del paese per recarsi nell’abitazione di Angileri. Quattro giorni dopo il veicolo è stato ritrovato dai carabinieri durante un controllo.
E venerdì scorso, nella casa di Angileri, è stato trovato il corpo di Pietro Bello, prono e con i polsi stretti da fascette di plastica. Lo stesso avvocato Delmastro conferma un’altra cosa importante: “Angileri e il signor Pietro Bello non si sono mai visti prima del 28 aprile. Prima di quella data le loro conversazioni erano avvenute solo ed esclusivamente tramite la rete”.