Pugilato a scuola. Un’iniziativa che sta riscuotendo grande successo tra i ragazzi e tra i docenti. Ad avere questa brillante idea è stato il magentino Simone Cislaghi che, anche quest’anno, ha avviato una serie di incontri con i ragazzi dell’Ipsia ‘Leonardo da Vinci’ di via Novara. Materia di studio: la boxe.
Ci siamo recati in palestra a guardare come si svolgono queste lezioni. “L’idea è stata accolta favorevolmente dalla preside, la professoressa Maria Pisoni, e sta continuando con tanta soddisfazione da parte di tutti – ha commentato Simone Cislaghi – l’obiettivo è quello di far capire che l’aggressività può diventare un valore positivo se sfruttata come si deve. I ragazzi stanno seguendo con tanta passione le lezioni“.
L’iniziativa era partita lo scorso anno con lo slogan ‘Dai un pugno al bullismo’ e ha visto Cislaghi tenere diverse lezioni all’Ipsia, tutte in maniera del tutto gratuita, e alcune all’istituto Einaudi. Sta lavorando in collaborazione con l’insegnante di educazione fisica, professor Franco Biffi.
Entusiasta dell’iniziativa il dirigente scolastico, la professoressa Maria Pisoni: “Siamo soddisfatti del lavoro che sta svolgendo Simone, un giovane che sa come coinvolgere i ragazzi. Purtroppo nel mondo giovanile il calcio è l’unica attività che desta interesse. La scuola deve offrire la possibilità di ampliare il loro sguardo“.
Ringraziamenti a Cislaghi sono giunti anche dagli assessori Marzia Bastianello ed Enzo Salvaggio che sabato hanno assistito all’allenamento. E i ragazzi cosa dicono di questa nuova esperienza? Faticosa, certo. Ma appagante, tanto che ci sono state sorprese positive. Giovani, all’apparenza disinteressati all’inizio, stanno manifestando grande apprezzamento per questo sport.
“Sto presentando uno sport completamente nuovo per la maggior parte dei ragazzi – aggiunge Cislaghi che vanta 17 anni di esperienza nel settore – incontro studenti che giocano a calcio, altri che praticano sport diversi. Alcuni si sentono svantaggiati perchè non hanno mai fatto sport. Con il pugilato che propongo tutti si trovano allo stesso livello e spesso nascono delle belle sorprese perchè qualcuno si innamora della boxe al punto da continuare a praticarla“.
Solo conoscendo il sacrificio che c’è dietro un match si può capire cosa significhi fare il pugile. Non c’è la violenza dietro. Anzi, spesso la storia insegna che ragazzi nati in ambienti violenti hanno trovato una valvola di sfogo grazie al pugilato e hanno raggiunto obiettivi impensabili. Solo conoscendo la fatica degli allenamenti si può capire per quale motivo sul ring esploda, all’apparenza, la violenza e una volta finito tutto i pugili si abbraccino e lo sconfitto sia il primo a complimentarsi con il vincitore. Del resto l’aggressività è implicita in ogni sport, anche in quello all’apparenza più innocuo.
“Dobbiamo scoprire il concetto di sport legato all’autostima – conclude Cislaghi – Affermarsi nella boxe vuol dire per molti raggiungere un traguardo importante nella vita”.