TURBIGO-NOSATE. 19 maggio – “Hai saputo…Francesco è all’ospedale e sembra che stia male…la malattia dell’amianto”. “Chi te l’ha detto?” “L’ho visto qualche settimana fa a prendere il ‘Corriere’ e non mi sembrava malmesso…”. “Me l’ha detto la Giulia…oggi non c’è, ma domani glielo chiedo”. Queste le parole scambiate, qualche giorno fa, tra due ex dipendenti dell’Enel che avevano lavorato nel Reparto Meccanico della grande centrale termoelettrica di Turbigo, senza conoscere i reali pericoli dell’amianto che ricopriva buona parte dei macchinari e che sembra essere la causa di tante morti, anche dopo diversi decenni!
L’avevo conosciuto trent’anni fa. Un collega tra i tanti, ma fu il solo che mi strinse la mano quando ebbi dei problemi gravi che riguardavano la mia libertà personale. Venne a trovarmi a casa, a rincuorarmi. Una cortesia d’altri tempi, in un mondo in cui la gente gioisce quando stai sprofondando…Lui no. Era gentile, ma determinato nel suo lavoro e non faceva pesare la conoscenza che aveva accumulato in tanti anni nella manutenzione meccanica della grande centrale termoelettrica turbighese. In un ambiente in cui la conoscenza tecnica finalizzata era un valore, lui la metteva a disposizione, senza tanti preamboli. Una persona rara, semplicemente per bene, una delle poche che ho conosciuto nella mia vita, collocata in un posto d’onore nel mio archivio mentale.
20 maggio. In piazza ‘Madonna della Luna’ con il nipotino Giorgio. E’ mezzogiorno, una telefonata: “Galli Francesco se n’è andato, in fretta, discretamente, com’era nel suo stile”. Alle 17 l’affissione del manifesto mortuario: rosario nella chiesa di San Guniforte a Nosate domenica 21 maggio alle ore 19 e funerale lunedì 22 maggio alle 10.30.
FOTO di Rinaldo Barzani dell’officina meccanica negli anni Settanta. Galli Francesco è il primo a sinistra.