Giovanni Nicolai è un artista che conosco personalmente. E’ una persona affabile, dal carattere mite, elegante, umile e colto allo stesso tempo. I suoi disegni lo rappresentano appieno. Con lui non ho fatto una singola intervista ma lunghe chiacchierate d’arte. E’ più giovane di me, classe 1984 ma di arte ne sa davvero tanto. La sua cultura e la sua sensibilità spaziano con disinvoltura tra il classico e il moderno.
Fintanto che era a Lecce frequentava un simposio di artisti locali che operano su scala nazionale, tra i quali insisteva e insiste tuttora, ma a distanza, uno scambio ed un confronto proficui.
Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti in Puglia ma non si è accontentato degli studi istituzionali, usa dire con orgoglio “ho frequentato le botteghe degli artisti”. Per imparare la tecnica ma soprattutto per respirare l’aria artistica, vivere il confronto e la quotidianità dell’arte.
Prima di conoscerlo l’ho visto intento ad operare immerso in una silenziosa naturalezza. Ho sorriso, riconoscendo subito qualcosa di grande in lui e nei suoi disegni realizzati principalmente su carta.
Giovanni adora la carta. Ne sperimenta in continuazione nuove qualità che valorizza con tratti di penna, colori acrilici oppure a olio. Spesso imbeve il pennello in una tazzina di caffè e con esso rifinisce l’opera. Il risultato finale è un accostamento cromatico sempre gradevole alla vista.
Le figure ritratte da Giovanni non sono mai visivamente violente, non funzionano mai da banner pubblicitari a tinte vivaci e forti. Non hanno nulla di propagandistico, sono disegni che nascono così, tratto dopo tratto, pennellata dopo pennellata, come in una lunga seduta meditativa. Mi dice che senza disegnare impazzirebbe. Per lui l’arte rappresenta anche un mezzo con il quale allontanarsi da una realtà spesso volgare, attraverso lo strumento dell’elevazione spirituale e della ricerca di ciò che è bello, interiormente ma non solo. Nei disegni di Giovanni le figure ritratte si lascino scoprire gradualmente, e in questa ricerca l’occhio si lascia cullare dai tratti di colore che il nostro artista ha sapientemente realizzato. Osservare le opere di Giovanni è un vero piacere, una cura per gli occhi e per l’anima.
Seleziona attentamente le mostre da visitare. Tempo fa mi parlava della necessità che abbiamo di “viziare l’occhio”, all’ultima nostra chiacchierata si è spinto oltre, mi ha detto: “dobbiamo viziare l’animo”.
Qualche giorno fa mi ha mostrato due disegni realizzati per un concorso, gli ho detto: “sono efficaci, diretti ed eleganti allo stesso tempo” mentre pronunciavo queste parole mi sono reso conto di quanto sia difficile, in arte ma non solo, essere diretti ed efficaci senza perdere l’eleganza. Ebbene Giovanni riesce in questa rara impresa.
Di lui hanno scritto già il professor Alvaro Spagnesi e Wilfried van den Elshout (cfr. link il calce)
Nei due testi critici ho ritrovato Giovanni e le sue opere, che sono colte ma non per questo non facilmente fruibili da chiunque.
I suoi disegni rinnovano la grande tradizione della pittura italiana fondendo in maniera garbata l’astratto con il figurativo. Un artista al quale lui guarda con ammirazione è Massimo Rao, ed effettivamente Giovanni sembra essere il continuatore della sua opera, portando avanti una rarefazione stilistica iniziata dall’artista di origini campane.
Durante le nostre chiacchierate mi fa notare spesso che “il disegno è la struttura, lo scheletro di un’opera. Mentre con la pittura puoi pasticciare e confondere, con il disegno non puoi barare”, come dargli torto?
Tra tutte le opere che di lui apprezzo, segnalo in maniera particolare la serie degli Specchi: opere nelle quali, dal gioco di linee ed ombre, emerge a tratti uno specchio e da questo emerge, sempre a tratti, il volto di chi si riflette. In questi raffinati ovali ci sono introspezione, bellezza interiore ed estetica, nonché sintesi del tratto.
Maggiori informazioni su Giovanni Nicolai sono reperibili ai seguenti link: