Riprendiamo la storia delle Vie. Fa caldo e andare a cercare nel tempo la storia di questa via – prima che la memoria vada a farsi benedire – allevia l’afa stringente del pomeriggio. Inoltre, l’incontro di un appassionato che ci segue attentamente – al punto di fermare l’auto in Via Fredda per dirci di continuare – ci ha dato motivi sufficienti per riprendere il filo del discorso iniziato ormai da più di un anno.
75 – VIA LIBERTA’, antica strada che dal Castello turbighese conduceva al Comune di Padregnano
Già Via ‘Per Cuggiono’ nell’Ottocento, Comune quest’ultimo a capo del Mandamento, che indicava una circoscrizione amministrativa rimasta in vigore fino al 1854. Turbigo apparteneva al Mandamento di Cuggiono, Distretto XIV, che in seguito sarebbe diventato il Distretto IX. C’è ancora la scritta ‘leggibile’ del ‘Mandamento’ sulla casa d’angolo, in alto, in prossimità del guado del Naviglio di Via 3 Giugno.
Prima ancora che indicasse la strada per Cuggiono, le vecchie carte parlano di strada per Padregnano (che nei tempi antichi era un Comune rurale, come Turbigo) e collegava il Castello medievale turbighese del Torriani (XIV secolo) a questo antichissimo centro d’età romana – oggi in territorio di Robecchetto con Induno, ma non fu senpre così – il quale Padregnano ospitò, nei primi secoli dopo il Mille, un importante monastero fruttuariense. Gli atti notarili (venditiones ad libellum) rinvenuti da Flavia De Vitt nell’Archivio di Stato di Udine ( pubblicati su Contrade Nostre), hanno permesso di realizare la carta topografica che pubblichiamo, la quale ci permette di conoscere la configurazione del territorio turbighese, tra Ducento-Trecento, attraversato dalla strada in questione, che vede l’alternarsi della coltivazione della vite e dei boschi fino a Padregnano, località dove si stendevano diversi campi-prati irrigati da risorgive, ma anche da derivazioni d’acqua dal Naviglio. Oggi c’è un grande allevamento di anguille che sfrutta l’acqua delle risorgive, ma il paesaggio non è cambiato granché, se non dalle rovine della città murata di Padregnano che sta cadendo letteralmente a pezzi.
Negli anni Trenta del secolo scorso, la Via fu denominata alla memoria di Michele Bianchi (1882 -1930), primo segretario del Partito Nazionale Fascista (1921-23) per poi prendere l’attuale denominazione (Via Libertà) con delibera delle Giunta Municipale del 13 maggio 1945, indicante la Via che dalla XXV aprile si spinge fino al confine dl Robecchetto con Induno.
IN EVIDENZA Carta topografica ricostruita con i toponimi e le notizie contenute nelle ‘venditiones ad libellum’ (del XIII secolo) rinvenute da Flavia De Vitt nell’Archivio di Stato di Udine. Si vede chiaramente la Via Libertà che dal Castello si dirige alla Cascina Gatta e da lì si dirige al Padregnano.
76 – LIGURIA (1971)
Collega la Via Molinara con la Cascina Scaldasole e fu denominata con delibera n. 120 del 28 settembre 1971, in memoria della contestuale istituzione delle Regioni. Questa Via e la successiva, dedicate appunto alle Regioni Italiane, sono il frutto della scelta dei Padri Costituenti che vollero uno Stato ‘regionale’, la cui istituzione fu lunga e difficile (1970).
77 – LOMBARDIA (1971)
Collega la Via Milano con la Via Molinara e fu denominata con delibera 120 del 28 settembre 1971.