Il primo consiglio comunale, si sa, resterà nei ricordi. Resta nella storia della città. E’ più un momento di festa dove ognuno sfoggia il migliore abbigliamento. Gli scontri, le battaglie, arriveranno più avanti. C’è il giuramento del sindaco Chiara Calati, gli adempimenti formali, l’elezione del presidente e del vice presidente del consiglio comunale. Si comincia con le belle parole di Enzo Salvaggio, oggi consigliere di opposizione. Si comincia da lui perchè è stato il più votato. Guardiamo i volti. Sorriso dal sindaco, sorriso per gli assessori, ovvio che non è così per chi ha governato Magenta per cinque anni e adesso si trova dall’altra parte. Poi c’è il giuramento.
“Giuro di essere fedele alla Costituzione Italiana”, ha pronunciato il rituale Chiara Calati. Le altrettanto belle parole di Fabrizio Ispano, presidente del consiglio comunale, emozionato. I miliardi di moscerini hanno fatto scappare molti dal cortile del palazzo municipale. Sede della prima assise. Ma i magentini intervenuti erano tanti. Buon segno. Ma non dimentichiamoci che al ballottaggio ha votato meno del 50 per cento. Una catastrofe. E’ il segnale che alla metà dei magentini non frega niente di cosa farà l’amministrazione e magari fa il diavolo a quattro se vede giocar male la propria squadra di pallone. Ora però, finiti i preparativi, ci sarà da lavorare per la nuova amministrazione. Per chi ha votato e per chi se ne frega. Perchè nessuno deve rimanere indietro, e speriamo che non sia solo un bello slogan elettorale.
Lo sanno, non dobbiamo certo dirglielo noi di Corrierealtomilanese.com che le cose non vanno bene. Simone Gelli sta battendo duro sulla sicurezza. Ha fatto allontanare tre camper di nomadi a Magenta, e ha subito operato davanti all’ospedale Fornaroli. Dove la gente si lamenta degli extracomunitari che infastidiscono. Va benissimo. Gelli è preparato, ha già fatto l’assessore alla sicurezza ed è uno che lavora con passione. Tutto questo non basterà a fermare i furti, ma almeno si prova. E ci sono mille altri problemi. Non solo fuori dal Fornaroli, ma anche dentro l’ospedale. L’amministrazione deve essere vicina all’ospedale. Essere sempre a contatto con la dirigenza del Fornaroli. Pretendere non solo che vengano stanziati soldi per il pronto soccorso, ma che ci lavori gente preparata. Non solo professionalmente, ma anche umanamente. Troppo spesso i medici trattano i pazienti come clienti e i familiari con superficialità, come se si fosse al mercato. A Magenta, come ovunque, c’è chi non ce la fa a tirare avanti. Da un giorno all’altro tutto può finire e ci si trova a terra. Basta un familiare che si ammala e cosa si fa? Si è soli, con l’angoscia e tante spese da sostenere. Basta un familiare che perde il lavoro e cosa si fa?
Magenta del 2017 non è più la Magenta degli anni ’80, ma anche quella di sei, sette anni fa. Sono tantissime le culture diverse che popolano Magenta, come tutta Italia. Qualcuno li vede come un rischio per la nostra sicurezza. Qualcuno li vorrebbe far sparire. Il problema esiste ed è un problema di cultura. Ma nella nostra scaletta personale ci sono altri problemi, molto più gravi. Corrierealtomilanese.com augura alla nuova amministrazione buon lavoro. Per chi se lo fosse perso è disponibile il video del primo consiglio comunale a Magenta di giovedì sera: