In attesa di incontrarlo di persona nella redazione di CorriereAltomilanese ecco una breve intervista a Luigi Malini, il magentino insignito del titolo di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana:
La sua carta di identità?
Nato a Magenta nel 1947. Coniugato dal 1974, due figli e tre nipoti. Titolo di studio ragioniere con tentativo di conseguire la laurea in giurisprudenza naufragato miseramente
Qual l’onoreficenza che le è stata conferita?
Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana con lo scopo di ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere, delle arti, dell’economia e nell’impegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici e umanitari
Quindi si tratta del riconoscimento per l’attività svolta ai fini sociali. Ci può essere più preciso?
In breve per quasi mezzo secolo mi occupo di fare informazione e sensibilizzazione per la donazione consapevole del sangue, degli organi e del midollo osseo. In particolare posso affermare con orgoglio che a Magenta è stato costituito il primo gruppo in Italia con l’intendimento di combattere la leucemia con il trapianto di midollo osseo. Nell’ultimo decennio ho mutato il mio obiettivo e mi sono inventato life coach. Cerco cioè di trasmettere le motivazioni per la quali i miei interlocutori, spesso studenti dell’ultimo anno delle superiori, ma anche altri gruppi, possano decidersi a donare. Poi quello che ciascuno sceglie di fare dipende dalla attitudine individuale, e ciascuno potrà donare, oltre al sangue, agli organi ed al midollo, anche, ad esempio, il tempo per dedicarsi alla protezione civile o ad altre associazioni di volontariato, o anche la voce per poter registrare i libri per consentire anche ai ciechi di leggere.
Su quale territorio svolge la sua attività. Solo a Magenta o anche altrove?
Direi soprattutto altrove. A magenta non ho avuto molte occasione per incontrare gli studenti, per lo più sono stati interventi sporadici. Solo negli ultimi due anni grazie all’iniziativa promossa due anni fa in collaborazione con il Rotary Club e che abbiamo chiamato “La scuola della solidarietà”, gli interventi nelle scuole di Magenta si sono intensificati. Sono più numerosi gli incontri presso le scuole di Milano ma anche di Bergamo.
Ci ricorda qualche ‘uscita’ più impegnativa delle altre o che più le ha dato soddisfazione?
Tra le tante ricordo la presentazione della trilogia delle fiabe per i ragazzi (La vera storia di Saltaranocchio – il Signore delle nuvole – la formica azzurra) delle scuole elementari che ho tenuto al teatro Petruzzelli di Bari, la presentazione del libro “Ritorno alla vita” di Emilio Bonicelli, per il quale ho curato la posta fazione ‘come si diventa donatore di midollo osseo’ che ho tenuto in un grande albergo nel centro storico di Cortina d’Ampezzo, la presentazione della associazione ADMO –donatori di midollo osseo- avvenuta presso l’accademia navale di Napoli.
Come si diventa cavaliere della repubblica?
E’ necessaria la segnalazione del cittadino che si pensa meritevole alla Prefettura del luogo di residenza dello stesso. Questa opera una prima valutazione e poi invia al Ministero competente per materia la segnalazione. A loro volta i Ministeri inviano alla Presidenza del Consiglio dei Ministri le segnalazioni corredate dell’istruttoria con le motivazioni e propone al Capo dello Stato le candidature, ed è il Presidente della Repubblica che conferisce l’onorificenza.
E chi ha avanzato la sua candidatura?
La proposta è stata avanzata dall’AVIS di Corbetta, con la quale da anni collaboro per la presentazione de ‘la filosofia del dono’ presso l’Istituto Mainardi, ma credo che nel fare la proposta l’AVIS abbia valutato l’insieme delle mie attività, e la proposta mi ha fatto molto piacere perché considero Corbetta quasi una mia seconda residenza, avendo avuto lì i compagi di avventura in gioventù, ed avendo avuto anche l’opportunità di lavorare in Comune al termine della mai carriera.
Con il cavalierato cosa cambia per lei?
Direi assolutamente nulla. Probabilmente avranno come unica conseguenza il fatto di rinviare il proposito di appendere le scarpe al chiodo. Nel campo del volontariato c’è molto da fare e spero di essere in grado di poter dare qualcosa di mio ancora per qualche anno prima di ritirarmi