Spari, nel cuore della notte, in lontananza. Può capitare di sentirli. Quando succese a chi vive in campagna non si può escludere che si tratti di bracconieri in azione. Contrariamente a quello che si può pensare il fenomeno del bracconaggio nel Parco del Ticino è tutt’altro che diminuito nel corso degli ultimi anni. Anzi, è sempre più presente. E’ un’attività illegale che, oltre a causare danni, rappresenta un dispendio di energie notevole per i (pochi) guardiaparco che devono garantire la legalità nelle aree del Parco. Dall’inizio dell’anno solo un paio di bracconieri sono stati colti sul fatto e denunciati dai guardiaparco.
Chi sono? Cacciatori abituali che vogliono spingersi dove non potrebbero, ma anche persone che nella vita fanno tutt’altro per vivere. “Tempo fa – racconta Maurizio Bozzi Pietra del settore vigilanza – abbiamo individuato due bracconieri scoprendo successivamente che si trattava di medici dell’ospedale Niguarda. Spesso succede che professionisti affermati, come passatempo, facciano i bracconieri. E sono i più pericolosi. Mentre il cacciatore abituale, quando viene sorpreso, resta sul posto, gli insospettabili si danno alla fuga perchè essere denunciati vorrebbe dire dare un duro colpo alla loro carriera”. Sono italiani, ma anche stranieri. Soprattutto romeni. Negli ultimi tempi diversi bracconieri di nazionalità romena usano reti per catturare gli storioni nel Ticino. Un’attività dannosa e illegale. Lo storione viene allevato nelle apposite vasche per essere poi liberato nel fiume. Ma questo al bacconiere non interessa e guarda solo al guadagno. L’aspetto economico è una delle motivazioni, ma non è solo quella che spinge a cacciare illegalmente. “La specie più cacciata – continua il guardacaccia – è sicuramente il cinghiale. Animale per il quale sono in corso progetti di abbattimento mirato. Venderlo ai ristoranti è impresa asai più complicata oggi ripspetto al passato. Oggi i controlli della ASST Veterinaria sono più stringenti e ben difficilmente un ristorante arriverebbe ad acquistare un prodotto non controllato”.
Eppure, nonostante le difficoltà il bracconaggio continua. Non mancano le uccisioni di caprioli, in località Fagiana a Pontevecchio di Magenta. Come si individuano i bracconieri? Non è un’imprfesa facile. “Servono appostamenti continui – conclude – ovviamente in orario notturno. E devono essere continuati. Più notti di seguito perchè non è detto che si riesca ad individuarli al primo colpo. Ci vuole pazienza e tanti uomini a disposizione”.