Domani, 27 luglio, si capirà se la tangenziale Vigevano Abbiategrasso Magenta sarà un’opera che si potrà fare. I sindaci saranno al Consiglio Superiore dei lavori Pubblici che recepirà il progetto con le prescrizioni richieste. Frattanto oggi, nella sala giunta del comune di Magenta, si è tenuto l’ultimo capitolo di una vicenda infinita. Una conferenza stampa congiunta alla quale hanno partecipato il sindaco di casa, Chiara Calati, quello di Robecco Fortunata Barni, di Abbiategrasso Cesare Nai, di Vigevano Riccardo Sala, di Ozzero e di Boffalora sopra Ticino. Oltre alla presenza degli assessori regionali Massimo Garavaglia (che domani sarà a Roma con i sindaci) e Luca Del Gobbo. Cosa c’è di nuovo?
Poco o nulla. Se non che il cambio di rotta delle due amministrazioni dei due comuni più grossi tra quelli coinvolti, ovvero Magenta ed Abbiategrasso, ha reso il si alla tangenziale, molto forte. Un si deciso perchè sia Chiara Calati che Cesare Nai all’opera sono d’accordo, anzi d’accordissimo. E’ strategica, è fondamentale per snellire il traffico, è importante per lo sviluppo dei comuni. E poi non si deve guardare solo a casa propria, ma all’intero territorio. Un territorio che la tangenziale la vuole. Come a Robecco sul Naviglio dove il sindaco Fortunata Barni ha ribadito la necessità dell’arteria affermando altresì che lo stesso Parco del Ticino ha dato il suo consenso all’opera cambiando, parzialmente, parere rispetto al passato. “Me lo ha detto al telefono il presidente Beltrami spiegandomi che avrei potuto divulgarlo ai presenti”, ha assicurato. Stessa cosa per Cesare Nai. E così Curzio Trezzani per Boffalora sopra Ticino, comune che vuole l’opera complementare della variante ad ogni costo.
“Il mondo sta cambiando – ha detto Massimo Garavaglia – Regione Lombardia si è fatta carico di duemila chilometri di strade ex provinciali. E per fare in modo che i soldi non scappino dal territorio il presidente Maroni ha inserito la tangenziale nel Patto per la Lombardia”. Tutti d’accordo, quindi. Il territorio è d’accorso. I comuni sono d’accordo, salvo quelli più sfigati di Cassinetta di Lugagnano e Albairate, e tranne Città Metropolitana. Ma chi rappresenta Città Metropolitana? Non si sa. “Abbiamo intenzione di chiudere per quest’opera – ha ribadito Garavaglia – Il messaggio politico è chiaro”.