Continua la nostra storia delle Vie turbighesi, dai Maggi a Marconi.
81 – MAGGI (famiglia nobile, feudataria di Turbigo nel Cinquecento)
Posta il località Belvedere, la Via Maggi fu denominata con delibera del Consiglio Comunale del 29 settembre 1985. Sono gli anni dell’urbanizzazione del Belvedere, quando il Comune decise di denominare le Vie in tale località sulla scorta delle famiglie che governarono il territorio in epoca medievale.
La presenza di questa nobile famiglia milanese in quel di Turbigo è documentata da uno ‘strumento’ del 2 ottobre 1538, rogato da Giuliano Pessina, notaio camerale, attraverso il quale e previo pagamento della somma di quindicimila lire, venne investito Castellano Maggi del feudo della pieve di Dairago, della quale faceva parte anche il nostro paese. L’investitura avvenne con ‘possanza di coltello’, nel senso che l’autorità spagnola del tempo aveva affidato anche il potere giurisdizionale al feudatario il quale – un mese dopo – insediò solamente a Turbigo (e non negli altri paesi) un pretore di altissimo livello: Domenico Saulo, presidente del Collegio dei Magistrati delle Entrate Straordinarie dello Stato di Milano, potente personaggio della corte dell’imperatore Carlo V.
Fu una scelta libera quella del feudatario Castellano Maggi, titolare dei diritti giurisdizionali o piuttosto un’imposizione statuale? Certo è che la scelta di una persona di tale rango porta con sé una valutazione dell’importanza del territorio turbighese. E quale potrebbe essere questa ‘importanza’ se non quella del portafoglio, motore primario della storia? Probabilmente era l’esistenza del passaggio sul Ticino che produceva introiti e i dazi potevano rappresentare quella Ragion di Stato di cui dicevamo. E’ certo solamente il fatto demografico: dopo che lo Stato di Milano finì in mano spagnole giunsero in paese potenti personaggi originari di tale nazione (i De Barzena che sposando una Piatti divennero proprietari del palazzo oggi chiamato ‘De Cristoforis’) e che la popolazione turbighese aumentò in maniera considerevole durante il secolo, segnali di un benessere a lungo agognato.
82 – MANZONI Alessandro (1971)
Da Via Villoresi al confine con Robecchetto con Induno fu denominata con delibera 120 del 28 settembre 1971.
83 – MARCONI Guglielmo (1951)
Collega la Via Libertà a Via Corridoni e fu denominata con delibera del Consiglio Comunale del 12 agosto 1951. Guglielmo Marconi (1874-1937) ottenne il Nobel per la Fisica nel 1909 per l’invenzione della telegrafia senza fili. Come Alessandro Volta al principio dell’Ottocento inaugurava l’éra dell’elettricità, così Guglielmo Marconi, all’inizio del Novecento, apriva l’epoca della radio che ci ha portato all’inizio del XXI secolo ai cellulari. Turbigo, dove l’energia elettrica l’ha sempre fatta da padrone (qualche tempo fa si parlava di realizzare un Parco dell’Energia, proposta intelligente subito archiviata), almeno può vantare la denominazione delle due Vie che portano i nomi di due illustri italiani: Volta e Marconi. Quest’ultimo, diversamente dall’altro Premio Nobel per la fisica (Enrico Fermi) fu fascista in tutti i sensi, e più che scienziato (il titolo gli fu negato, come successe anche a Edison) fu un inventore che utilizzò le sue scoperte per diventare un industriale.