Di generazione in generazione. La tradizione del tiro alla pesca si tramanda anche ai più giovani. Ed ecco che oggi, al banco della pesca sul sagrato della chiesa di san Rocco, non c’erano solo le signore, non c’era solo Giulio che da quasi 50 anni non manca un appuntamento, ma c’erano anche giovanissime ragazze a dare una mano. Importante perchè è con loro che le tradizioni continueranno per sempre. Il culto della chiesa di San Rocco (oggi condivisa con la comunità ortodossa) non morirà mai.
“Tutto il ricavato verrà devoluto alle opere parrocchiali e al restauro della chiesa”, spiegano Giulio e le signore. Quella che vediamo oggi è diversa da quella di un’epoca passata. Fu San Carlo Borromeo, in visita a Magenta, a raccomandare delle migliorie alla chiesetta. Durante i lavori di allargamento vennero ritrovati dei teschi che si fecero risalire alla pestilenza. Sono la storia della nostra comunità e ancora oggi vengono conservati in un angolo della chiesetta. Il giorno di san Rocco si spalanca la porta che consente ai visitatori di fermarsi per un momento di raccoglimento. A celebrare la santa messa oggi è stato il parroco don Giuseppe Marinoni. Anche il sindaco Chiara Calati ha visitato la chiesa e le sue tradizioni, come il banco della pesca.
“Abito a Robecco da 50 anni – ha detto una donna – ma il giorno di San Rocco vengo sempre alla chiesetta perchè la considero anche mia. Sono nata qua, in questa zona e da bambina ci venivo sempre con i miei genitori”. Dentro il bacio della Reliquia, l’immaginetta del Santo di Montpellier e i fedeli che prendono posto. Fuori San Rocco continua…