Nel giorno della ʿīd al-aḍḥā, i musulmani sacrificano come Abramo un animale – detti uḍḥiya (in arabo: أضحية) o qurbānī – che, secondo la sharīʿa, deve essere fisicamente integro e adulto e può essere soltanto un ovino, un caprino, un bovino o un camelide; negli ultimi due casi è possibile sacrificare un animale per conto di più persone, fino a sette.
L’animale viene ucciso mediante sgozzamento, con la recisione della giugulare che permetta al sangue di defluire, visto che per la legislazione biblica e coranica il sangue è impuro ed è quindi proibito mangiarne. La cerimonia dello sgozzamento avviene il giorno 10 o nei tre giorni seguenti, nel periodo di tempo (waqt) compreso fra la fine della preghiera del mattino e l’inizio della preghiera del pomeriggio.
Viene sgozzato da un uomo, che deve essere in stato di purità legale (ṭahāra), pronunciando un takbīr, ovvero la formula: «Nel nome di Dio! Dio è il più grande».