Famara Sonko è uno dei tantissimi richiedenti asilo sbarcati in Italia, provenienti dalla Libia, dopo un viaggio massacrante. E’ gambiano e per un bel po’ di tempo ha vissuto alla Vincenziana di via Casati a Magenta in attesa che un’apposita commissione valutasse la sua posizione. Martedì sera lo abbiamo incontrato alla pista di atletica del centro sportivo di Boffalora sopra Ticino dove ha ricominciato ad allenarsi. Lunedì sera ha vinto la Strapasciata sul Naviglio ed è ritornato ad uno stato di forma discreto. Perché Famara in Italia ha scoperto di essere un ottimo atleta.
“Le cose cominciano ad andare bene – raccontava durante il riscaldamento – Ora vivo a Rho e faccio il lavapiatti. Non ho molto tempo per allenarmi. Anzi, ne ho poco. Solo il martedì diciamo”. Dal Gambia in Italia Famara non ha mai perso il sorriso. La prima corsa che ha fatto è stata la Stra Magenta con un paio di sandali e un abbigliamento di fortuna. E’ stato quel freddo giorno di febbraio che molti si accorsero di lui. Compresa la squadra del Tapascione Running Team che lo face correre con la divisa rosso crociata. Un bravo ragazzo Famara, che non chiedeva altra cosa se non quella di vivere in pace. “Ho scoperto la corsa in Italia, peccato troppo tardi – continua – Nel mio paese facevo il tassista e non c’era la possibilità di fare sport. Ma sono dovuto scappare, ci sono stati tanti problemi”.
E’ scappato dal Gambia per arrivare in Libia rischiando la vita per poi sbarcare in Italia e ora lavorare come lavapiatti. Comincia da zero Famara, ma ha tanta voglia di farcela. Si allena con Fabio De Angeli sotto la supervisione del coach Ambrogio De Angeli. Ieri erano in programma le ripetute e lo abbiamo visto davvero bene. “Pensa a cosa saresti se ti allenassi tutti i giorni Famara!”, si scherza. Lui ride. Ha imparato discretamente l’italiano. “Non conosco più nessuno alla Vincenziana – dice – Ora voglio solo pensare al mio futuro e a costruirmi una vita”.