TURBIGO – Le ‘Vie’ sono le vene del paesaggio e ne raccontano la storia. La ‘Via Monteruzzo’, essendo una ‘coronaria’ meriterebbe di più, perché potrebbe essere stata quella dove fu posata la ‘prima pietra’ del ‘Turbig in Giò’, nel senso che le prime abitazioni sorsero sul ‘terraggio’ (terrapieno) del Naviglio e gli edifici poggiano sulla terra di risulta dello scavo. E’ una zona molto antica, segnata da ritrovamenti romani (rinvenuti sia in Via Coni Zugna, sia sull’Alzaia sx del Naviglio durante gli scavi della rete fognaria), ma anche da osterie e da una grande ‘officina’ di riparazione delle barche, dove operavano i Cavaiani che hanno abitato nella zona fino a qualche decennio fa. Siamo quasi arrivati a contare cento Vie turbighesi, ma questa puntata la dedichiamo al ‘Monteruzzo’ di antica memoria e tradizione.
91 – MONTE GRAPPA
Collega la Via Bainsizza con la Via Matteotti. Originariamente, come la maggior parte delle vie interne al paese, era una Via privata che fu denominata pubblicamente nel 1932, anni questi dell’urbanizzazione di quella parte del paese. La denominazione si inserisce nel novero delle Vie che ricordano i luoghi della prima guerra mondiale, bagnati con il sangue dei 46 turbighesi caduti.
92 – MONTELLO (vicolo)
Fu il podestà Carnevali che, con delibera n. 72 del 14 dicembre 1935, denominò ‘Vicolo Montello’ il “”tratto di strada chiusa che da via San Vincenzo penetra nel caseggiato”, in memoria di un luogo teatro dai duri combattimenti della prima guerra mondiale, in quanto si trovava al centro del fronte del Piave, in provincia di Treviso. Fu il principale obiettivo dell’offensiva austriaca del 15 giugno 1918; l’VIII armata italiana comandata dal generale Giuseppe Pennella riuscì, però, a contenere lo sfondamento e poi a respingere il nemico oltre il Piave.
93 – MONTE NERO
Collega la Via San Vincenzo con la Via Matteotti e segna il tempo in cui questo tratto di campagna fu completamente urbanizzato. Fu sempre il podestà Carnevali che, nel 1932, denominò una via privata, già esistente da tempo, in Via ‘Monte Nero’. Denominazione che ricorda come il 16 giugno 1915, gli alpini del 3° Rgt. espugnarono la vetta del Monte Nero, una posizione austriaca considerata inespugnabile.
94 – MONTE RUZZO
La Via ‘Monte Ruzzo’, acciottolata da una trentina d’anni, collega la Via ‘Al Palazzo’ alla Via ‘Coni Zugna’, ma un tempo era la parallela all’Alzaia del Naviglio Grande. Nel 1956, quando fu costruita la Circonvallazione, la strada fu interrotta e demolita anche la cascina ‘Zugna’, che insisteva sul tracciato e la matrice originaria fu alterata. In primis, un tratto dell’antica Via ‘Monte Ruzzo’ fu denominato Via ‘Coni Zugna’ (per ricordare la vecchia cascina demolita), mentre l’antica strada fu relegata in un ruolo minore, di collegamento dell’Alzaia con la ‘Coni Zugna’, mantenendo il tracciato originario, indicato nella foto, nella direzione del recente insediamento abitativo (dove sorgeva l’officina di riparazione delle barche con la scala che porta al Naviglio) e proseguiva – al di là della Strada Statale – verso la centrale iroelettrica ‘Guglielmo Castelli’, raccordandosi all’Alzaia del Naviglio Grande che proseguiva verso il Ponte di Castano. Inoltre, la Via era collegata al Turbigh in Giò attraverso un peduncolo, oggi denominato Via ‘Al Palazzo’.
La Via risulta già documentata nel Catasto Teresiano del 1722 e, in un documento del 1755 (Archivio di Stato di Milano, Catasto, 374/43), risulta la vendita di una porzione di casa ‘Al Montaruzzo’ da parte di don Gio. Battista Brasca Visconti Daverio e Giovanni&Carlo Cavaiani.
Il toponimo è difficile da decifrare, anche se possiamo ipotizzare l’insediamento nel cosiddetto ‘palazzo’ incompiuto della nobile famiglia dei Monteruzzo (c’è un castello omonimo a Castiglione Olona), ma non ci sono certezze.
Di certo sappiamo, invece, che nello Stato d’Anime del 1844 è indicata come una località importante, dove abitavano in prevalenza barcaioli, quali Carlo Branca, Giuseppe Cormani, Antonio e Gerolamo Cavaiani. La presenza dei barcaioli era motivata dall’esistenza dell’officina di cui abbiamo detto, inserita nel complesso abitativo recuperato una ventina di anni fa su progetto dell’architetto Angelo Vittorio Mira Bonomi. Insediamento che ha due entrate: una in Via Monteruzzo e l’altra sulla Strada Statale, appena a monte del ponte sulla Circonvallazione.
FOTO Una foto del ‘Monteruzzo’, visto dalla riva destra del Naviglio, nel 1940 insieme a due scatti dei nostri giorni