Lasciare l’Italia e rifarsi una vita. Molti lo sognano, alcuni l’hanno fatto e ci sono riusciti. Sono trascorsi sei anni da quando Marco Barlocco ha chiuso la sua ditta, ha lasciato la sua Castano Primo e si è trasferito alle Canarie. Per insegnare subacquea, ovvero quello che meglio sapeva fare.
A distanza di tanto tempo Marco è felice di questa scelta. “In Italia non c’erano più le condizioni per poter lavorare – ha detto – Qui è tutta un’altra cosa. Ho investito in quello che mi piaceva e mi è andata bene. Oggi faccio formazione anche al personale della Guardia Civil e della Policia Nacional, e alla protezione civile spagnola. Sono riuscito ad inserirmi nelle strutture pubbliche e gli spagnoli sanno che possono fidarsi di me”.
Ha avuto successo il Castanese e ne va orgoglioso. Lui che, a quasi 54 anni, si è trovato ad un bivio della sua vita. Accettare le condizioni di un’Italia che non ti facilita la vita, anzi spesso te la rende impossibile. O dare un calcio al passato e cominciare da zero o quasi. Marco ha fatto una scommessa per la vita. Ha venduto l’unica cosa che possedeva, ovvero la casa, ha preso il suo furgone ed è partito per le Canarie.
“In passato – continua – Ho vissuto per lavoro in Cina e in Australia. Pensavo di finire la mia vita in Asia, ma alla fine ho scelto di mettermi in proprio in un’altra zona. La scelta è ricaduta sulle Canarie, luogo stupendo dove c’è la primavera tutto l’anno e la tassazione è al minimo. Appena arrivato ho vissuto per due mesi a Lanzarote e per altri due mesi a Fuerteventura per poi decidere di fermarmi a Tenerife. La zona nord è industrializzata, mentre il sud è proiettato verso il turismo. Ed è al turismo che ho rivolto la mia attenzione”.
Marco ammette che all’inizio è stata dura. Quando si arriva in un paese straniero, senza conoscere nessuno, ti devi adattare. “Purtroppo sono parecchi gli italiani che arrivano in un luogo straniero e si danno alle truffe e allo spaccio – commenta – E questo si ripercuote negativamente su tutti noi”. Il castanese ha avviato la sua attività proponendo immersioni per turisti fino a 40 metri. Poi è partito anche con le immersioni tecniche, lui che in Italia, da grande sportivo, si era cimentato parecchio nelle cosiddette immersioni estreme. “Una ditta mi ha fornito il materiale adeguato – spiega – E così ho cominciato a fare immersioni utilizzando un apparato che ricicla il gas che stiamo respirando. Mi hanno contattato anche i corpi militari spagnoli perché necessitavano di corsi tecnici in materia”.
Oggi Marco è un italiano all’estero affermato. Ma per riuscirci, oltre al coraggio, servono le idee e capacità di proporre quello che si conosce.
“Conosco una signora italiana che a Tenerife ha aperto un giornale – conclude – e ne sta aprendo un altro in un’altra isola. A breve inaugurerà una radio alle Canarie destinata agli italiani”.