UNA LETTERA DI ANGELO PARATICO …Il quadro è noto come “Salvator Mundi” ed è rimasto esposto per tre giorni negli uffici della Christie’s. I due responsabili della casa d’aste, Loïc Gouzer e François de Poortere. si dicono certi che, essendo l’unico quadro di Leonardo ancora in mano a privati, spunterà un prezzo superiore ai 100 milioni di dollari previsti.
Sono stati tanto gentili da consentirmi d’osservare da pochi millimetri di distanza questo straordinaria opera, dipinta con colori a olio su una tavola di legno di noce (64.5 x 44.7 cm). L’anno dovrebbe essere il 1502, secondo Christie’s, ovvero mentre si trovava a Firenze. A mio modesto parere potrebbe essere invece essere successivo: dipinto durante il suo secondo soggiorno milanese per Georges d’Amboise, governatore della città, o per re Luigi XII di Francia, quando si incontrarono, il 24 maggio 1507; oppure è precedente, completato verso il 1495, quando dipinse il Musico e l’Ultima Cena. Un dettaglio che pare puntare a Milano e non a Firenze è il legno impiegato per la tavola di supporto: noce e non pioppo.
È dal lontano 1909 che non viene riscoperto un Leonardo Da Vinci originale, cioè dal tempo della minuscola Madonna Benois, che si trova al Museo dell’ Ermitage di San Pietroburgo.
Il “Salvator Mundi” fu presentato al pubblico nel 2011, alla National Gallery di Londra, come parte della mostra “Leonardo da Vinci: Painter at the Court of Milan” causando una forte emozione in tutto il mondo.
Quella mostra fu il coronamento di sei anni di studi e di restauri, durante i quali i dubbi circa la sua autenticità, uno a uno, sono caduti. L’unico scettico rimasto, fra i maggiori studiosi di Leonardo, resta il nostro Carlo Pedretti, mentre tutti gli altri l’accettano come un genuino lavoro di Leonardo Da Vinci. Ai raggi X si son notati vari pentimenti, in quel che era prima un quadro irriconoscibile e si sono trovate corrispondenze con gli schizzi nei suoi codici.
Dianne Dwyer Modestini, che lo aveva restaurato nel 2007, ricorda ancora la propria incontenibile gioia, allorché vide apparire la caratteristica tecnica pittorica del grande Maestro, dopo che ebbe rimosso il primo strato di grossolana ripittura. Racconta: “Le mie mani tremavano. Tornai a casa quella sera e stavo impazzendo.”
Sappiamo per certo che questo dipinto appartenne allo sfortunato re inglese Carlo I (1600-1649) dato che appare nell’inventario reale, preparato un anno dopo la sua decapitazione. Sparì poi dal 1763 sino al 1900 e fu comprato da Sir Charles Robinson, che lo confuse per un’opera di Bernardino Luini (1482-1532), un discepolo di Leonardo. In una foto scattata nel 1912, la figura appare già irriconoscibile. La sua collezione fu liquidata nel 1958 e fu venduto per 45 sterline, sparendo nuovamente per 50 anni, riapparendo poi negli Stati Uniti. Nel 2005 fu acquistato da un consorzio di galleristi, fra i quali Robert Simon, uno specialista in dipinti antichi che ci vide qualcosa d’interessante.
Nel 2013, dopo la ripulitura, fu venduto per 127.5 milioni di dollari al collezionista russo Dmitry Rybolovlev, tramite il mercante d’arte svizzero Yves Bouvier. Fra i due sorse poi una disputa, perché pare che il ricco collezionista russo abbia pagato più del giusto al suo intermediario.
Nei giorni scorsi s’è molto scritto (troppo) dei dubbi sollevati circa la sua autenticità da Walter Isaacson, che sta lanciando una propria biografia dedicata a Leonardo. Questo a causa del fatto che la sfera che Gesù porta nella mano sinistra non crea distorsioni ottiche, un fatto strano per Leonardo, sempre interessato in questi dettagli e al quale non poteva sfuggire. In pratica si accusa Leonardo di non essere stato abbastanza leonardesco.
Questo credo sia un dettaglio insignificante e, evidentemente, anche Leonardo lo ritenne tale, dato che prestò una cura certosina nel riprodurre le impurità contenute alla base del cristallo – forse berillo, come la sfera appartenuta al mago della regina Elisabetta I, John Dee (1527-1608) oggi conservata al British Museum – e, addirittura, fatto assai più importante delle distorsioni: nessun esperto ha fatto notare che la sfera non è sormontata da una croce, come sempre accade in dipinti che rappresentano il “Salvator Mundi.”
Leonardo, secondo il suo biografo Giorgio Vasari, non era interessato alla religione ma alla filosofia e alla magia naturale. Forse nel mettere in mano una palla di vetro a questo effeminato Gesù intendeva indicare che lo riteneva un mago e un indovino, più che il figlio di Dio?
Questo fatto è un’ulteriore prova che l’opera è davvero di Leonardo e non di altri, perché nessun altro pittore suo contemporaneo avrebbe osato tanto.
Spero che una qualche istituzione privata o pubblica italiana riesca a raggranellare i fondi necessari per acquistarlo e farlo tornare nel nostro Paese. Questo quadro trasmette una tale potenza e un tale magnetismo da poter attrarre milioni di persone, ipnotizzate dal suo sguardo e, questa affluenza, permetterà un rapido rientro del capitale investito.
Angelo Paratico