TURBIGO – Fu don Lino Beretta – parroco di Turbigo dal 1960 al 1986 – a portare l’arte di Giordano Crestani nella chiesa dei SS. Cosma e Damiano, la chiesa conventuale degli Agostiniani Scalzi. Pochi mesi dopo la realizzazione dell’opera, il 18 novembre 1967, a soli 39 anni, l’artista lasciava questo mondo.
Nato a Mason (Vicenza) il 4 marzo 1928, iniziò i suoi studi artistici nella scuola statale di ceramica di Nove. A Venezia frequentò l’Accademia di Belle Arti e nel 1954 si iscrisse all’Accademia di Brera per completare gli studi di scultura, avendo come maestro Giacomo Manzù. Nel 1966 arrivò nel Gallaratese insediandosi in una villetta di Crenna dove continuò a lavorare nella sua arte. Conobbe l’industriale tessile Filippo Bellora, che ne sostenne il talento che si mostrò in ceramiche e dipinti, Vie Crucis, acquasantiere, crocifissioni, oggi disperse in diversi Paesi europei. Le sue opere impressionarono il futuro Papa, Giovanni Battista Montini, quando consacrò la chiesa di Castelnovate e fu probabilmente in tale contesto che don Lino Beretta lo conobbe e ne apprezzò l’espressione artistica che volle ‘consacrare’ nella bellissima Santa agostiniana, Rita da Cascia, che dagli Anni Sessanta è presente nella chiesa dei SS. Cosma e Damiano.