Partecipazione ai massimi livelli. L’Anno della Santità che si sta per chiudere a Magenta ha garantito una certezza, ovvero che la chiesa e la sua comunità è più viva che mai. L’8 dicembre si chiuderà la Porta Santa nella Basilica di San Martino, ma come ha sottolineato il parroco don Giuseppe Marinoni, rimarrà sempre aperta. “Almeno idealmente perché vorremmo aprire le porte delle nostre case e dei nostri cuori – ha detto don Giuseppe – L’8 dicembre, le famiglie che verranno alla cerimonia delle 10.30 in basilica riceveranno un crocefisso da mettere sulle porte di casa”.
La santa messa verrà celebrata da monsignor Luigi Stucchi. Il dono che riceveranno le famiglie raffigura il Cristo ricurvo sulla Croce ed è opera dello scultore Scorzelli che la realizzò per Papa Paolo VI e che venne adottata dai suoi successori. Pur non potendo trarre un vero e proprio bilancio da quest’anno della Santità, don Giuseppe è sicuramente soddisfatto di come sono andate le cose.
Non solo i grandi eventi hanno attirato una moltitudine di persone come raramente si è visto, ad esempio in occasione dell’arrivo della Madonna di Fatima a Magenta o del secondo centenario di Santa Crescenzia. Ma in ogni occasione, anche e soprattutto durante le messe domenicali. Il coinvolgimento è stato totale. Alle iniziative hanno partecipato l’amministrazione comunale, la Pro loco ed altre realtà associative di Magenta. “Santo è tutto il popolo di Dio – ha detto don Giuseppe – Un popolo che cammina, che ascolta la parola, un popolo che spezza il pane e che riconosce la carne di Cristo nei poveri e che è capace di vivere una fraternità reale e concreta. E’ per questo che dobbiamo parlare di santità popolare. Ora dall’anno della Santità passeremo ad un anno sabbatico”.
Anno della santità che fa rima con carità, aggiunge il parroco. L’ambulatorio per i poveri è stato fortemente voluto e finanziato, almeno per una parte, con la vendita del dolce di San Martino che ha fruttato 12mila euro. Si pensa anche ad un dormitorio per i poveri, di cui c’è tantissimo bisogno soprattutto in un periodo freddissimo come quello appena cominciato. Si pensa, magari già per il prossimo anno, ad un mese Martiniano (il mese di novembre) in onore di San Martino. E si pensa all’imminente Natale. Una festa che don Giuseppe vorrebbe far seguire dalla parola ‘solidarietà’: “Per le prossime feste invitiamo le famiglie ad ospitare a pranzo chi è in difficoltà. Sarebbe un bel gesto che rimarrà per tutta la vita”.